NAPOLI - «Una parte della mia famiglia vive qui a Napoli. E io un po’ di cazzimma ce l’ho, altrimenti non sarei arrivato dove sono». Il primo giorno di Matteo Berrettini a Napoli è stato intenso, pieno di passione e d’amore per il giocatore che per la prima volta gioca in una città a cui è particolarmente legato. «Mio zio, il fratello di mio padre, vive qui con la moglie e il mio cuginetto, ma è la prima volta che gioco a Napoli, un’emozione speciale, una città facile da amare». Quella frase rivolta a Djokovic durante la Laver Cup è diventata virale sui social («Mettici un po’ di cazzimma napoletano-serba»), ma Berrettini proprio non se l’aspettava: «Oltre alla mia famiglia, ho anche un allenatore campano (il tecnico federale, il casertano Umberto Rianna, ndr). Non avevo fatto caso alla telecamera, ma secondo me era un modo carino, non volgare, di dare la carica a Nole che aveva bisogno di una spinta. Lui ne sa certamente più di me, ma il bello di quella competizione è che il ranking o i trofei vinti non contano. Tutti possono parlare e dire la loro per il meglio della squadra».
Crederci fino in fondo
In città Matteo c’era stato per il ‘Berrettini Day’ nel dicembre 2018, organizzato dall’Accademia Tennis Napoli di Agnano. Era già top 50 del Mondo. Un anno dopo si trovava tra i primi 10. Venne con Sonego e i due azzurri si esibirono davanti a oltre mille bambini. «Qualche anno prima, nel 2014, vidi in tv quando l’Italia giocò in Davis contro la Gran Bretagna. Mi ricordo le urla dei tifosi - ha raccontato il romano - l’atmosfera qui è calda e l’ho percepito subito. In questi giorni mi sono allenato a Firenze per preparare al meglio proprio questo torneo e finché aritmeticamente non sono fuori, alle Finals ci credo. Ho tre tornei davanti, compreso questo. So che è molto difficile, ma ho l'obbligo di provarci. E’ stato un anno complicato, con tante difficoltà. Voglio far bene qui, poi a Parigi Bercy e a Vienna. Anche se non dovesse arrivare la qualificazione alle Atp Finals di Torino ci tengo ad arrivare vicino alla Top 10. Sarebbe un risultato importante».
Rivincita
Il tabellone potrebbe portare a una finale tutta italiana tra lui e Musetti con il quale ieri pomeriggio s’è allenato sul campo D’Avalos davanti a oltre 500 appassionati. «Siamo italiani, dunque scaramantici, non lo diciamo. Con Lorenzo ho un ottimo rapporto, è un grandissimo tennista della nostra generazione, anche se lui è molto più piccolo di me. Ha fatto un’annata importante, giocando bene anche a Firenze. Il tabellone lo guardo, ma è bene concentrarsi sul primo match, visto l’avversario che mi è capitato». Affronterà oggi agli ottavi lo spagnolo Carballes Baena: una settimana fa, proprio a Firenze, l’ha buttato subito fuori dal torneo.
Un corno per Matteo
Con il pubblico ancora dalla sua parte, magari con un po’ più di fortuna rispetto all’ultimo precedente. Una spinta che ieri ha ricevuto anche da Fabio Cannavaro e Ciro Ferrara durante l'evento benefico organizzato dalla loro fondazione proprio al Tennis Club di Viale Dohrn, sul lungomare napoletano. «Ma non ho ancora ricevuto in regalo un corno - ha ammesso - spero che qualche tifoso me lo lancerà in campo prima della partita». Considerato quello che gli è successo quest’anno, tra infortuni e Covid, ne avrà bisogno.