SASSUOLO - Nozze d’argento con gol, anche in questo caso con cifra tonda perché Jeremie Boga quando decide di fare una cosa o la fa per bene o non la fa per niente. Una stagione e mezza a Sassuolo gli è bastata per toccare la doppia cifra in fatto di segnature: fanno dieci reti in 50 gare disputate, una ogni cinque partite, media che tanti suoi colleghi più avvezzi al campionato italiano si sognano e che lui ha celebrato siglando quello che per sua stessa ammissione «è il primo gol di testa segnato in carriera». Rete mica banale, costata la panchina al più longevo tra gli allenatori della Serie A e destinata a creare audience attorno al franco-ivoriano, destinato (adesso sì) a diventare oggetto del desiderio di molte società in vista della sessione estiva di mercato. Benché ce ne sia una che qualora lo volesse metterebbe in fila tutte le altre, forte di un diritto di recompra intorno ai 4 milioni di euro che tormenta le notti degli operatori di mercato neroverdi. Perché un Boga così già oggi potrebbe valere molti più soldi, con più di un club disposto a investirci sopra.
Il più corretto
Se lo coccola De Zerbi dopo averlo più volte strigliato in passato, definendolo «un giocatore anarchico, favoloso nell’uno contro uno, meno quando deve dialogare con i compagni e curare la fase difensiva. E soprattutto uno così dovrebbe segnare molti più gol». Parole dette non più tardi di un paio di mesi fa, un messaggio prontamente recepito dal diretto interessato, tanto che le ultime 16 gare Boga le ha giocate tutte dal 1’. La doppia cifra stagionale è a un passo (è a quota 7 reti), la salvezza dei neroverdi è un progetto ormai prossimo a felice conclusione, così come il ritorno nella nazionale ivoriana, a due anni e mezzo dall’unica apparizione, praticamente scontato, con la doppia sfida al Madagascar nel girone di qualificazione alla Coppa d’Africa prevista a fine marzo (ma preferirla a quella francese è stata forse una scelta avventata). A De Zerbi deve molto, se non tutto, per avergli dato un’anima e una posizione ben definita in campo dopo che nelle due annate precedenti aveva visto transitare qualcosa come 8 allenatori tra Granada, Birmingham City (seconda divisione inglese!) e Chelsea, dove fu un certo Antonio Conte a schierarlo titolare nella nefasta gara con il Burnley dell’agosto 2017, unica apparizione con la maglia dei Blues. Che possa esserci nel suo destino un ritorno a Stamford Bridge sta nell’ordine delle cose, ma Jeremie per ora pensa ad altro. A far gol, oppure a essere l’esempio che è diventato: 50 gare italiane, neppure l’ombra di un cartellino giallo. Forse è questo il record di cui andare più fieri.