FIRENZE- Ora toccherà a Terracciano difendere la porta per le ultime sei giornate di campionato. «Ma perché in Coppa Italia ha giocato Dragowski?». La domanda è legittima e Firenze in queste ore sta continuando a chiederselo, dopo l’errore del polacco mercoledì sera contro la Juventus. Ma anche la scelta di Vincenzo Italiano è stata del tutto legittima, benché sfortunata sul campo e di conseguenza risultata sbagliata “a posteriori”. Del resto un’altra volta era stato lui il prescelto contro il Napoli, sempre in Coppa, quando però era stato pure espulso. Vederlo in campo a Torino è stata una sorpresa soprattutto considerando le gerarchie e perfino lo stato di forma del suo collega di reparto. Fatto sta che, dopo essere andato a farfalle sull’azione che ha portato alla rete di Bernardeschi, l’argomento-portiere vivacizza la discussione in città e i saluti di Dragowski a fine stagione adesso sembrano ancora più certi.
Dragowski ai saluti
Dragowski ha il contratto in scadenza nel giugno del 2023, di rinnovo non se ne parla e sicuramente da tempo il suo agente sta guardandosi intorno per cercare una nuova sistemazione. Nel frattempo la Fiorentina dovrà individuare un nuovo affidabile numero uno sul mercato che andrà ad aggiungersi a Terracciano che sicuramente rimarrà in viola. Sarà proprio “San Pietro”, come lo ha soprannominato il presidente Rocco Commisso dopo le sue ottime parate, a dover portare a termine la stagione nel migliore dei modi. Sarà chiamato a difendere i pali per cercare di centrare l’obiettivo Europa per il quale ogni elemento in rosa dovrà dare il massimo. Terracciano è pronto e lo ha dimostrato a più riprese in questo 2021-2022. Adesso davanti a lui ci sono 540 minuti in cui dare tutto a cominciare da Salerno domenica prossima per poi proseguire nelle gare con Udinese, Milan, Roma, Sampdoria e Juventus.
Gerarchie
La stagione del “Drago” è stata invece senza alcun dubbio complicata tanto che le gerarchie sono cambiate ben presto in favore del portiere italiano che teoricamente doveva essere il secondo e che invece è diventato il titolare con il polacco che di conseguenza ha disputato soltanto sette gare dal primo minuto in serie A. E che la stagione fosse storta si era intravisto già alla prima giornata di campionato quando Bartlomiej era stato espulso contro la Roma, dopo appena 17 minuti di gioco. Senza dimenticare che l’attitudine a giocare con i piedi non è la sua specialità e anche questo, dal punto di vista tecnico, ha pesato sulla scelta per il portiere.