FIRENZE - «Un’ottima squadra, efficace e determinata, che interpreta un buon calcio». Parole di Sofyan Amrabat e fin qui niente di strano, perché di avversari forti e organizzati ne ha trovati e ne troverà di fronte in carriera. La cosa però cambia se quell’avversario ha un nome: in quel caso, Napoli. Quelle parole le pronunciò al Corriere dello Sport nei giorni che precedevano Fiorentina-Napoli, penultima d’andata, e di là c’era Rino Gattuso. Adesso, invece, si troveranno entrambi dalla stessa parte, allenatore e giocatore. Parte viola.
I due centri
Gattuso è il nuovo centro della Fiorentina e a sua volta farà di Amrabat il centro della squadra, non solo di ruolo sul terreno di gioco: il feeling tra i due nasce da lontano ed è quanto mai significativo. Il tecnico calabrese lo voleva al Napoli appena preso possesso della panchina degli azzurri ed è notorio che i partenopei ci abbiano provato con insistenza a prenderlo, ma più determinato è stato Commisso: affare fatto con il Verona a gennaio 2020 e trasferimento del centrocampista rimandato solo all’estate successiva secondo accordi stabiliti. Il resto è storia conosciuta e la stagione - per la Fiorentina e per l’ex Hellas - è andata com’è andata, ma a proposito di storia adesso ne inizia una completamente daccapo. E se ci fosse mai stato un dubbio sulla possibilità che Amrabat potesse finire sul mercato (e non c’è mai stato), l’arrivo di Gattuso l’ha spazzato via: nell’opera di (ri)costruzione ci sono ovviamente alcuni punti fermi e Sofyan è uno di questi.
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