FIRENZE - La partita, adesso, si gioca tutta al telefono. Quello che Rocco Commisso alzerà per chiamare subito Enrico Chiesa. Vuole provare a difendere in ogni modo il giocatore simbolo della Fiorentina: riuscire a strapparlo dalle sirene ricchissime di queste ultime settimane, solo per restare all’attualità, sarebbe il suo colpo più grosso, forse l’unico necessario per cucire subito un rapporto stretto con la tifoseria. Lo cercano con insistenza, per altro annunciando ingaggi faraonici compresi tra i 5 e i 7 milioni, Juventus e Inter. Anche il presidente del Napoli, De Laurentiis, poco prima della fine del campionato, era tornato alla carica con gli amici Della Valle: la notizia della cessione del club, però, ha finito con il sancire uno stop anche ai sogni.
Doppia lettura
La nota pubblicata lunedì dai Della Valle - «l’attuale proprietà tiene a precisare che Federico è un giocatore della Fiorentina e quindi, per quanto ci riguarda, Chiesa il prossimo anno giocherà a Firenze» - potrebbe essere stata concordata proprio con il tycoon americano: in fondo, il club di Viale Fanti non ha proprietà immobiliari, potrebbe essere stato un modo per “ribadire” un giù le mani da una società sì con un closing alle porte ma affatto in dismissione. Del resto ACF Fiorentina non è proprietaria dello stadio e pure il centro sportivo, per quanto costruito dalla famiglia marchigiana, è stato edificato su un terreno concesso dall’amministrazione comunale: i continui rumors di talenti in vendita avrebbero potuto evidentemente far abbassare la base di trattativa. Ma, potrebbe anche essere stata una mossa in attesa di ricevere quelle garanzie economiche all’operazione che sarebbero arrivate giusto ieri: sì, perché in caso di fumata nera, la sua promessa, quella di un Chiesa collante attorno alla quale costruire una nuova squadra, avrebbe potuto anche riconquistare il partito dei critici moderati.
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