ROMA - A distanza di due anni, a Chieti è tornato il premio Prisco che per l'occasione, si è trasferito a Roma per consegnare l'importante riconoscimento all'allenatore del Bologna Sinisa Mihajlovic, uno degli insigniti della 18a edizione ma impossibilitato a intervenire lunedì scorso in Abruzzo, al Teatro Marrucino dove l'evento si è svolto. Il Premio è stato recapitato dall'imprenditore vinicolo Marcello Zaccagnini, che da sempre dà vita al "Prisco". Per l'occasione oltre a Mihajlovic erano presenti, in una sala dell'Hotel Parco dei Principi, la signora Arianna, moglie del tecnico rossoblù, Gianluca Zaccagnini, figlio di Marcello, e Stanislao Liberatore, segretario del Premio. Queste le parole di Sinisa Mihajlovic: "Nel corso della mia permanenza all'Inter ho conosciuto il vicepresidente Peppino Prisco. L'avvocato era pungente e sarcastico, mai volgare o offensivo. Una bella figura di dirigente che ho molto apprezzato, per questo mi gratifica ricevere il premio che ne porta il nome". Ma non è mancata una battuta alla Prisco, a proposito della motivazione dell'assegnazione, "alla lealtà, correttezza e simpatia sportiva": "Non vorrei che si siano sbagliati quelli che mi hanno scelto visto che sono un tipo che non le manda a dire, per cui a qualcuno posso non risultare molto simpatico".