BOLOGNA - Joey Saputo ha passato gran parte del lunedì a Casteldebole con i suoi figli, certo, ha scambiato qualche pensiero anche con Sinisa Mihajlovic sia prima che dopo l’allenamento al quale è stata sottoposta la squadra, e con il tecnico si è lasciato con la promessa di rivedersi oggi. Se hanno parlato anche di quelle che sono le intenzioni della proprietà per quanto riguarda la costruzione della squadra o se questo argomento lo affronteranno solo nelle prossime ore lo sapremo probabilmente per bocca dello stesso Sinisa.
Tenere Mihajlovic
Saputo è rimasto a pranzo a Casteldebole con Claudio Fenucci e i responsabili dell’area tecnica Sabatini e Riccardo Bigon. Nel pomeriggio il presidente ha avuto un lungo colloquio con il suo braccio operativo Fenucci, e l’argomento dibattuto è stato quello relativo alla Superlega. Al di là che non è stata fatta uscire nemmeno una mezza parola, sembra che il poprietario del Bologna abbia la volontà di andare più incontro possibile alle legittime ambizioni di Sinisa di allenare una squadra che dovrà essere confermata quasi in blocco e alla quale dovranno essere aggiunti due rinforzi importanti, e cioè una prima punta e un difensore. E’ evidente che sia Saputo che i suoi ministri non vogliono perdere Miha, sapendo cosa rappresenta per il Bologna e soprattutto le garanzie che dà, poi va anche rimarcato come lo stesso Sinisa dovrà capire che non potrà chiedere investimenti troppo importanti che non sono alla portata almeno a oggi di questa società.
Resistere alle sirene di mercato
Ora, che il Bologna abbia capito quanto sia importante acquistare una prima punta e un altro difensore è il segreto di Pulcinella, caso mai tutto sta a vedere quanto saprà fare orecchie da mercante di fronte alle richieste che inevitabilmente gli arriveranno per i gioielli di famiglia Takehiro Tomiyasu, Mattias Svanberg, Jerdy Schouten e Riccardo Orsolini. Per un motivo su tutti: Sinisa si rende conto che il Bologna dovrà cederne per forza almeno uno per poter fare cassa, a patto sempre che poi chi va via debba essere sostituito attraverso il mercato, ma non vorrebbe correre il pericolo di perderne due o addirittura tre perché a quel punto significherebbe dover ricominciare tutto il lavoro da capo.
Tutti gli approfondimenti sull'edizione del Corriere dello Sport-Stadio