BOLOGNA - Ritroviamo il soldato Musa. E lunedì pomeriggio, prima di lasciare Casteldebole per raggiungere Roma. lo stesso Sinisa Mihajlovic ha parlato a lungo con Barrow volendo capire i motivi per i quali a oggi il ragazzo gambiano non sta garantendo con continuità il rendimento che ha garantito in passato. Con continuità, è legittimo rimarcarlo, perché va sottolineato come i due gol da applausi che ha segnato contro il Cagliari siano datati 31 ottobre, roba di un mese fa, non di una vita. Quello tra Sinisa e Musa è stato un colloquio lungo una ventina di minuti e condito di grande serenità, nel corso del quale il ragazzo del Gambia ha evidenziato a Miha quelle che in certi momenti sono le sue difficoltà e il tecnico serbo ha motivato a Musa i suoi ripetuti pungoli nel tentativo di trovare le corde giuste per farlo reagire, ritenendolo un calciatore capace di fare la differenza e di conseguenza di fargli vincere le partite.
Il lungo colloquio
L’idea che ora Barrow possa fare fatica per colpa di qualche provocazione forte di Sinisa non sta né in cielo né in terra, l’atmosfera di una squadra di calcio non deve essere per forza quella del Mulino bianco o di un villaggio Valtour. Come se avesse dimenticato di colpo anche quello che è da una vita il comportamento di Mihajlovic, al quale è sempre stato riconosciuto la grande capacità di consentire a tutti i suoi calciatori di dare il 101%. Detto che Barrow sa bene quanto Sinisa sia importante per la sua crescita e che nel gennaio passato scelse il Bologna (e non il Torino) solo dopo aver appreso che Miha avrebbe voluto lui o nessun altro, anche a costo di restare con gli attaccanti che aveva, è giusto aggiungere che nel caso in cui Barrow dovesse continuare a vivere tra alti e bassi il primo sconfitto sarebbe proprio Sinisa.
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