BOLOGNA - Lyanco apre, il Bologna no. O meglio: il Torino chiude, fa muro, e la società rossoblù sta alla finestra e attende l’evoluzione di uno scenario mercato. «Mai dire mai». Galeotto è stato un post su Instagram. A chi gli ha chiesto se a Bologna tornerebbe o no, Lyanco ha risposto facendo intendere un amore per la città. Il grande rapporto che il difensore brasiliano ha con Bologna, con la gente rossoblù, con la città non è un segreto. Come non lo è il rapporto con la dirigenza. Contatti ce n’erano stati, ce ne saranno ancora. Ma ora la pandemia ha bloccato tutto e anche Lyanco non è una priorità. È però un pensiero nella testa del Bologna, che per il prossimo anno aveva già in programma due difensori forti da prendere. Quello della difesa era un tema prioritario, l’alba di un altro mercato scintillante. E a splendere era proprio lui, Lyanco, che Mihajlovic vorrebbe per rinforzare il reparto e dare una scossa al centro della difesa.
Mercato
Ora tutto è stand-by. Sono giorni di tensione. Nella Casteldebole virtuale ricostruita via Skype, tra conference call e telefonate i dirigenti stanno lavorando al budget. La riduzione sarà forte. Un freno inevitabile, che potrebbe sfiorare anche punte del 50%. Un dato impossibile da calcolare ora, le variabili sono davvero tante. In una recente intervista Saputo Jr (il fratello di Joey) ha assicurato a tutti i dirigenti della Saputo Inc lo stipendio. Rilanciando addirittura la possibilità di effettuare nuove acquisizioni. Molte aziende saranno in crisi e nel mondo della finanza questo apre a scenari di trattativa. Questo, in fondo, è un bene anche per il calcio gestito da Joey. Ma è chiaro che Montreal e Bologna saranno nella morsa delle due crisi (se il calcio quest’anno non ripartirà) e tamponare le perdite, tra stipendi diminuiti del 30% e mercato dimezzato, sarà inevitabile.
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