BOLOGNA - Anche il destino di Palacio pone degli interrogativi. Il primo, il più importante: continuare o chiuderla con il calcio? A 38 anni per l’argentino il pensiero comincia a farsi strada, e lo stato di emergenza mondiale, lo slittamento dei campionati, il taglio degli stipendi (e molto altro ancora) potrebbero portarlo a scegliere l’addio. Attenzione. Al momento la situazione è chiara: Rodrigo vuole giocare un altro anno, la società aveva già pronto il contratto per il 2021 (andrà rivisto) e Palacio doveva solo decidere cosa fare. La situazione non è cambiata. L’eventualità di una ripresa della Serie A in estate convincerebbe Palacio a continuare senza troppe condizioni. Ma questo pone un interrogativo sul rinnovo del contratto, che scade il 30 giugno. Se il campionato dovesse finire nei mesi estivi, cosa accadrebbe? Una preparazione ravvicinata comporterebbe un cambio di scenario nella testa di Palacio? Ci sono stati già contatti, ovviamente telefonate, scambi di messaggi, tra l’entourage di Rodrigo e la società. Le parti sono tranquille, non c’è fretta. Tutto dipenderà dal giocatore, dal suo desiderio, dalla sua volontà.
Le soluzioni
Una certezza: la società vuole tenerselo stretto, Palacio è un giocatore troppo importante. Il suo valore è più forte di un contratto. Già mesi fa era stato il diesse Bigon ad ammettere candidamente: «Noi siamo qui, per lui la porta è sempre aperta». Segno evidentissimo di una sinergia tra il giocatore e la dirigenza rossoblù che lasciava pensare a un rinnovo immediato. È così. A mettersi in mezzo è stata l’emergenza coronavirus, che ha stravolto la vita di tutti, anche quella di Palacio. L’attesa snervante, i giorni di quarantena, ma anche la condizione che lentamente cambia, tutte queste cose possono essere fattori che potrebbero portarlo a scegliere di smettere prima del tempo.
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