BOLOGNA - Pane al pane e vino al vino, non è assolutamente il caso di fare tanti giri di parole, il domani di Sinisa Mihajlovic al Bologna dipenderà soprattutto da Joey Saputo. Almeno a oggi la realtà è questa, perché se da una parte sono arrivate a Sinisa tante proposte interessanti dall’estero, da un’altra non è ancora comparsa all’orizzonte quella squadra che sbaraglierebbe il campo sia per il suo spessore che per quello che sarebbe il suo grande traguardo. A questo punto il Bologna e Bologna dovranno sperare che almeno in questo senso non cambi niente nel giro di una settimana, confidando al tempo stesso che già domenica prossima sia stata agguantata anche la salvezza matematica. Il motivo per il quale Saputo può convincere Miha a non muoversi da Casteldebole ormai è un segreto conosciuto da tutti: in pratica dovrà garantirgli di costruire un Bologna non solo da facciata sinistra della classifica ma che possa lottare anche per un posto in Europa, perché se così non fosse ecco che Sinisa lascerebbe il Bologna.
E, credeteci, capire il perché non è per niente complicato: ora come ora sono tutte rose e fiori, ma nel calcio gli scenari possono cambiare dall’oggi al domani, se non addirittura dalla sera alla mattina, e quando l’intenzione è quella di alzare l’asticella diventa d’obbligo rafforzare nel modo giusto anche la squadra. Abbagliato dalle luci che gli aveva prospettato Urbano Cairo, Sinisa accettò il Torino, anche a costo di ridursi lo stipendio che gli stava garantendo il Milan nonostante lo avesse esonerato alcuni mesi prima, poi tutti sapete come è andata a finire, con Miha licenziato con una telefonata di Gianluca Petrachi nel cuore della notte dopo una sconfitta ingiusta a casa Juve in Coppa Italia. Ora, è vero che Sinisa ha una stima infinita nei confronti di Saputo, ma è altrettanto vero che quell’esperienza gli ha insegnato inevitabilmente qualcosa.