BOLOGNA - Una liberazione che come padri ha Mihajlovic e il suo Bologna. Al quale lo stesso Sinisa ha saputo trasmettere il suo carattere forte, il suo infinito coraggio, tutta la sua fame, la consapevolezza di non dover mai avere paura di niente e di nessuno. Sì, da un girone a un altro Sinisa e la sua squadra il mondo Bologna lo hanno addirittura capovolto seguendo giorno dopo giorno questi concetti e questi principi. E’ vero che ancora non possono fare festa, ma è altrettanto vero che il traguardo della salvezza a questo punto per loro è praticamente dietro l’angolo. E potranno accarezzarlo con mano sabato prossimo se non sbanderanno in quella che potrebbe essere anche l’ultima curva del campionato. Sì, perché nel caso in cui il Bologna battesse l’Empoli ecco che lo terrebbe 8 punti lontano, diventando quasi irraggiungibile a 4 partite dalla fine dei giochi.
Perché parliamo di liberazione un girone più tardi? Facile: dopo la sconfitta di Empoli il Bologna toccò il fondo, a 5 punti com’era dalla salvezza. Tra l’altro dovendo convivere tra mille polemiche e veleni, considerato che il popolo rossoblù aveva cominciato a insorgere sia contro Joey Saputo che contro i suoi uomini. Questo andazzo gonfio di ansie e digiuni è continuato (appunto) fino allo sbarco di Mihajlovic a Bologna dopo la vergognosa e umiliante sconfitta contro il Frosinone, ma una volta arrivato a Casteldebole Sinisa ecco che i fantasmi si sono allontanati dal centro tecnico e piano piano la classifica ha assunto tutto un altro volto.