Riabilitazione sportiva e impatto covid

Scienza e medicina si incontrano nel convegno di Torino
Riabilitazione sportiva e impatto covid
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Riabilitazione sportiva e impatto della pandemia sui relativi protocolli di lavoro, si svolgerà anche quest’anno (sabato 26 novembre ore 9.00) presso l’Istituto delle Riabilitazioni Riba Spa di Torino, uno dei convegni di eccellenza del nostro Paese nell’ambito dell’analisi scientifica applicata agli infortuni in ambito agonistico e in generale relativi all’attività psico fisica amatoriale.
L’evento del 26 Novembre si colloca nell’ambito delle iniziative culturali (interrotte solo durante il COVID) promosse dal FIMS Collaborating Center of Sports Medicine di Torino, uno dei 5 Centri accreditati dalla Federazione Internazionale di Medicina dello Sport nel nostro paese. Presenti in tutti i continenti (tranne Australia) questi centri hanno come obiettivo la promozione di formazione e ricerca in Medicina dello Sport e principi di buona pratica per la cura degli atleti e per gli stili di vita attivi.

Il programma

Quest’anno l’incontro verterà soprattutto sui modelli di riabilitazione sportiva e sull’influenza che la pandemia ha avuto nei relativi protocolli. Le relazioni saranno tenute da Giuseppe Massazza, direttore della Scuola di Specializzazione in medicina fisica e riabilitativa presso l’Università degli Studi di Torino e da Ugo Riba Direttore Generale Istituti Cidimu-Riba SPA.

Lettura magistrale

Sarà tenuta dal Prof. Fabio Pigozzi, Ordinario di Medicina Interna all’Università di Roma “Foro Italico e Membro della Commissione Medica del Comitato Internazionale Olimpico su Physical Activity as a determinant of succesful aging (L'attività fisica come determinante dell'invecchiamento di successo). “E’ provato che svolgere attività fisica aiuta a invecchiare bene – spiega il professore che dal maggio scorso presiede Nado Italia, l’Agenzia Antidoping italiana - aumenta la  resistenza dell'organismo, rallenta la fisiologica involuzione dell'apparato musco-scheletrico e cardiovascolare e ne traggono giovamento anche le capacità psico-intellettuali. Inoltre l'inattività fisica è un fattore di rischio fondamentale per le malattie non trasmissibili, quali le patologie cardiovascolari, respiratorie croniche i tumori e il diabete. L'attività fisica apporta benefici significativi alla salute e contribuisce a prevenire le malattie non trasmissibili che sono responsabili di quasi il 75% dei decessi in Europa e rappresentano la principale causa di morte nei 53 Paesi OMS del continente”.


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