Roma, Claudia Gerini: «Un gelo quell’Olimpico senza tifosi!»

L'attrice, protagonista al Teatro Quirino di Roma dello spettacolo "Storie di Claudia", si racconta in esclusiva al Corriere dello Sport.it
Valerio Minutiello
3 min

ROMA - Claudia Gerini torna a teatro con “Storie di Claudia”, al Quirino dal 26 dicembre. Uno spettacolo travolgente in cui canta, balla, e interpreta diversi personaggi. Emozioni forti e nuove dopo tanti anni nel cinema, quelle che spera di vivere anche con la sua Roma nel 2016. «Per me è una specie di nuovo debutto perché ormai sono arrivata a più di 50 film, ma ho fatto solo tre spettacoli a teatro. Volevo fare qualcosa di unico, che mi appartenesse, quindi è nata questa idea di rappresentare tanti personaggi attraversati da qualche monologo in cui parlo con ironia della mia vita, ma non è un’autobiografia, è di fantasia».

Cosa le dà il teatro in più rispetto al cinema?

«Il campo magnetico che si crea, l’emozione che ti dà il pubblico quando si apre il sipario, non la provavo da 12 anni, per questo mi sento una debuttante. Tra l’altro Carlo Verdone mi ha vista a teatro, è da lì che è nato tutto con lui. Mi ha detto che ero perfetta per fare la ‘coatta’».

Un campo magnetico che all’Olimpico vuoto non si avverte più quando gioca la Roma

«Si sente il gelo adesso allo stadio, una sorta di vertigine. I suoni rimbombano in modo diverso, è triste, non ti dà quella carica che può darti la Curva Sud piena. Un giocatore questo lo avverte. Io dico che bisogna tornare ad amare la Roma, a tifarla, a sostenerla. Ci possono anche stare i fischi a volte, ma il distacco è la cosa che fa più male».

A gennaio torna Totti, e Claudia Gerini tira un sospiro di sollievo

«Quando torna Francesco uno sta già più tranquillo. Quanto si sente la sua mancanza. Ogni tanto è stato criticato anche lui, ma poi quando gioca, zittisce tutti sul campo».

Il capitano può dare ancora tanto alla Roma?

«Sì, noi tifosi contiamo su di lui e sono sicura che farà grandi cose quest’anno. Poi vedremo passo dopo passo. Se sta bene può fare anche un altro paio di stagioni. Di certo lui non entrerebbe mai in campo se capisse di non essere più determinante. Ama talmente tanto la Roma che non la metterebbe mai a rischio. Poi quando smetterà, noi piangeremo, ma lui ci sarà sempre. L’importante è che esista nella Roma, anche se non va in campo».

Verdone come lo sta vivendo questo momento della Roma?

«Ne abbiamo un po’ parlato, lui è uno un po’ ansioso, ogni tanto esce la sua parte pessimista. Io sono un’inguaribile ottimista. Gli dico che andrà tutto bene, si sistemerà tutto. In fondo siamo solo a quattro punti dalla prima, non siamo messi così male».

Una sana dose di ottimismo, che servirebbe anche a Dzeko.

«Lui deve credere in se stesso, perché aveva fatto un grande inizio, poi si è inceppato qualcosa. Però ce lo teniamo stretto, tornerà il vero Dzeko».


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