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La Juventus furiosa con McKennie, Dybala e Arthur. Luis Alberto out contro lo Spezia. Zielinski attende l'esito del tampone molecolare
McKennie, Dybala e Arthur in punizione: niente derby. Si va verso un provvedimento disciplinare clamoroso da parte della Juventus per i tre calciatori sorpresi dai Carabinieri alle 23.30 di mercoledì scorso nella villa del centrocampista statunitense, dove era in corso una festa con una ventina di invitati. Tutti insieme appassionatamente, nonostante la zona rossa, nonostante le norme anti-Covid che vietano riunioni di questo tipo e nonostante a quell’ora si fosse ben oltre il limite previsto dal coprifuoco, in vigore dalle 22. Nonostante si fosse a tre giorni da una sfida delicatissima come quella di domani contro il Torino. Da qui la reazione forte da parte della società, letteralmente furiosa e intenzionata a non fermarsi alla multa. Non soltanto perché la stagione è a uno snodo decisivo ma anche perché il club è sempre stato in prima fila, da quando è iniziata la pandemia, nell’osservare e far rispettare ai suoi tesserati tutti i protocolli anti coronavirus e le misure di contenimento. Il comportamento dei tre è stato quindi troppo fuori dalle regole per essere punito lievemente: dalla Continassa, infatti, si rileva che la sanzione pecuniaria è il provvedimento «minimo». Si attende l’ufficialità della scelta più forte, ovvero la non convocazione per il derby. Simone Inzaghi perde un pezzo da novanta in vista della sfida contro lo Spezia di sabato. Luis Alberto è out per un infortunio alla caviglia causato da uno scontro di gioco in allenamento. Ieri sera gli esami in clinica Paideia. La risonanza magnetica ha escluso lesioni alla capsula legamentosa. Difficile ancora conteggiare i tempi di recupero. Luis Alberto spera dirientrare già domenica prossima per la sfida tra Lazio e Verona. Ipotesi remota, ma non impossibile. Se tutto procedesse bene, il Mago è pronto a recuperare in pochi giorni. Altrimenti potrebbe trattarsi di uno stop più lungo, quello che non si augura Simone Inzaghi. Si fa in fretta a sentirsi travolti dalla paura, a volte basta poco, anche semplicemente untampone antigenico che entra in conflitto con quello successivo: Piotr Zielinski è rientrato in Italia e al primo controllo in aeroporto ha (ri)cominciato a tremare, perché il test rapido gli ha dato esito positivo e l'ha catapultato in una dimensione già vissuta esattamente sei mesi fa. Poi ha provveduto immediatamente, appena arrivato a casa, a farne un altro: stavolta, controindicazione, risposta negativa, ma si sa che non basta, non ci si può accontentare e che bisogna chiaramente rivolgersi al molecolare. Fatto. E la risposta, quella certa e definitiva, è attesa per stamattina, quando Zielinski saprà se il suo incubo rimane soltanto ed esclusivamente quello di ottobre scorso o se dovrà, di nuovo, rinchiudersi tra quattro mura.