Djokovic piange dopo l'oro tra le braccia della famiglia: una scena mai vista

Nole batte Alcaraz e vola tra il pubblico: mai stato così felice ed emozionato
Djokovic piange dopo l'oro tra le braccia della famiglia: una scena mai vista
Dalla nostra inviata Chiara Zucchelli
2 min

Si è parlato tanto, e se ne parla ancora, in questa Olimpiade del valore delle medaglie e dei percorsi. Vincere non è l'unica cosa che conta: lo hanno ripetuto spesso gli atleti ed è giusto che sia così. Perché normalizzare la sconfitta aiuta. Poi però succede che uno degli uomini più vincenti della storia dello sport mondiale, Novak Djokovic detto Nole, batta il giovane (e altrettanto forte) Carlitos Alcaraz nella finale del torneo olimpico e scoppi in un pianto a dirotto. Mai visto così. Perché ha vinto tutti i tornei del mondo, più volte, ma l'oro olimpico per se stesso e la sua amata Serbia gli mancava. E a 37 anni sapeva bene che era l'ultima occasione.

Djokovic batte Alcaraz: pianti e abbracci

Per questo, dopo aver sconfitto lo spagnolo, è scoppiato in un pianto a dirotto e poi è volato tra il pubblico dove lo aspettavano moglie, figli e una bandiera serba. Una questione di famiglia, in sintesi. Poco prima Nole si era complimentato con Alcaraz e poi si era inginocchiato sulla terra rossa felice e incredulo. Perché con l'oro di oggi ha vinto tutto quello che c'era da vincere al mondo. Questione di percorsi. Ma anche di titoli. Infiniti, un po' come lui. "Papi sei il migliore", gli ha scritto la figlia su un foglio per tutta la partita. Aveva ragione.


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