Khelif, pugile con testosterone eccessivo contro Angela Carini: è caos, la posizione dell'Italia

Intervengono Coni e Malagò, lo scorso anno venne esclusa dal Mondiale, adesso i controlli sembrano ok
Khelif, pugile con testosterone eccessivo contro Angela Carini: è caos, la posizione dell'Italia© ANSA
Dalla nostra inviata Chiara Zucchelli
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Ormai è diventato un vero caso il combattimento tra l'italiana Angela Carini e l'algerina Imane Khelif, pugile con livelli di testosterone eccessivo che lo scorso anno era stata esclusa dai Mondiali dopo aver fallito la verifica ormonale. Stavolta i controlli dell'atleta venticinquenne sembrano ok, tanto che il Cio le permette di combattere perché i parametri sono cambiati. La questione è esplosa oggi, ma se ne parla da tempo tanto che nei giorni scorsi il presidente del Coni Giovanni Malagò aveva detto: "Il Cio ci ha assicurato che sono state fatte verifiche ormonali e scientifiche e che pertanto Imane Khelif può gareggiare da donna". Stamattina il Coni, in una nota ufficiale, ha aggiunto: "Il Comitato si è attivato col Cio affinché i diritti di tutti gli atleti e le atlete siano conformi alla Carta Olimpica e ai regolamenti sanitari". Della serie: rispettiamo tutto e tutti, ma vigiliamo.

Khelif-Carini, le parole di Abodi

Se la Federboxe e l'atleta stessa non parlano e non commentano, hanno parlato eccome politici vari e, soprattutto, il ministro dello Sport Abodi con parole chiarissime: "Trovo poco comprensibile che non ci sia un allineamento nei parametri dei valori minimi ormonali a livello internazionale, che includa quindi europei, mondiali e Olimpiadi. Nell’evento che rappresenta i più alti valori dello sport si devono poter garantire la sicurezza di atleti e atlete, e il rispetto dell’equa competizione dal punto di vista agonistico. Per Angela Carini - continua il ministro - non sarà così. Quello delle atlete e degli atleti transgender è un tema che va ricondotto alla categoria del rispetto in tutte le sue forme, ma dobbiamo distinguere la pratica sportiva dall'agonismo che deve poter consentire di competere ad armi pari, in piena sicurezza. È del tutto evidente che la dimensione dell’identità di genere in ambito agonistico pone il problema delle pari opportunità o delle stesse opportunità; non a caso, tante discipline sportive hanno posto dei vincoli per le atlete e atleti transgender necessari per poter permettere di gareggiare alle stesse condizioni. In questo caso assistiamo a un’interpretazione del concetto di inclusività che non tiene conto di fattori primari e irrinunciabili”. Gli ottavi di finale, per la cronaca, sono in programma domani.


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