La corsa all’oro di Francia è finita dentro un tornado di emozioni che avvicinano la storia al presente, elevando la Generazione dei Fenomeni della pallavolo italiana a mito capace di rinnovarsi senza mai perdere il suo eterno splendore. Sulla strada dell’Italvolley verso il sogno a cinque cerchi c’è Andrea Giani, il nostro Giani, tre volte campione del mondo, primatista di presenze in Nazionale da giocatore, due volte vice-campione olimpico e compagno di mille battaglie di De Giorgi, il suo palleggiatore in tutti i grandi trionfi. «Avrei preferito sfidarlo in finale» ci confida “Giangio”, come tutti gli appassionati lo conoscono. La medaglia più preziosa è stata l’unico rimpianto della carriera luminosa di entrambi e soltanto uno dei due amici potrà avvicinarsi al gradino più alto. Diciamocela tutta, e diciamolo prima che la semifinale di stasera tra Francia e Italia (ore 20 diretta Rai2, Eurosport e Dazn) cominci a farci tremare i polsi: neppure il miglior sceneggiatore del pianeta avrebbe potuto immaginare un copione simile
Giani contro De Giorgi, in palio c’è la finale dei Giochi. Era destino?
«Sì, ero sicuro che ci saremmo incontrati».
Cosa glielo faceva pensare?
«Sensazioni. E anche il mio percorso. Con Fefè abbiamo condiviso davvero tutto: i successi più belli e le delusioni più dolorose. Due sere fa, dopo due quarti di finale epici, l’ho incontrato a mensa nel villaggio olimpico. Eravamo entrambi in fila, con il vassoio in mano, e gli ho detto “Fefè siamo sempre noi, la storia ci chiama ancora una volta”».
Come sta vivendo l’attesa?
«L’Italia è nel mio cuore, però ora custodisco il sogno di milioni di francesi. Mi sento molto sereno. Da giocatore vivevo di adrenalina, ora ho un’altra testa».
La Francia è stata campione olimpica a Tokyo e con lei ha vinto due volte la VNL. Al Mondiale 2022 e all’Europeo 2023 è stata eliminata sempre dall’Italia. A Parigi c’è voglia di rivincita?
«Da parte nostra c’è soltanto voglia di vivere appieno le emozioni di un’Olimpiade in casa. Ai ragazzi lo ripeto ogni giorno “avete un’opportunità irripetibile”. Il modo in cui lottiamo mi fa capire che il messaggio stato recepito».
Quattro partite, tre volte al tie-break. Anche voi avete rimontato due set nei quarti contro la Germania.
«Questo è il torneo più difficile della storia, ai quarti c’erano otto squadre da medaglia. Però va detto che arrivare al quinto set fa parte del nostro Dna. Non abbiamo la fisicità di Italia e Polonia, ma sappiamo difendere e siccome sappiamo pure che nella nostra genetica è un risultato molto probabile... beh lo alleniamo».
In che modo?
«Fisicamente e di testa. Non molliamo mai».
Lei e De Giorgi avete molto in comune?
«Entrambi abbiamo portato le squadre dove volevamo. Non si vince mai a caso. Mi emoziono quando penso che io, Fefè, Bernardi e tanti altri di quel gruppo magnifico siamo arrivati a questo livello. Poi c’è Velasco, il nostro maestro».
Sta seguendo anche la femminile?
«Ovviamente. Sono felice per Julio: sta asfaltando tutti!»
Italia-Giappone che indicazione le ha dato?
«Mi ha confermato che l’Italia è una squadra coi controc... Sono fortissimi, hanno tecnica, fisico e disciplina perché non vanno mai nel panico. Il modo in cui hanno gestito lo svantaggio per 24- 21 nel terzo set dopo essere già sotto 2-0 è qualcosa di assurdo».
Cosa le piace di più della sua Francia?
«Il modo in cui i ragazzi sono presenti a loro stessi. Non siamo solo Ngapeth, Clevenot e Patry. Contro la Germania ho cambiato l’opposto alla fine del secondo set, a metà del quarto un centrale e anche Tillie è entrato alla grande in ricezione».
La calma olimpica dei suoi time-out è simile a quella di De Giorgi. E' la virtù dei grandi?
«Da giocatore, se in un momento di difficoltà l’allenatore mi urlava nell’orecchio mi faceva venire voglia di andare via. In campo i protagonisti sono loro. Noi possiamo fare dei cambi, portare lucidità oppure dare qualche risposta alle mille domande che i ragazzi hanno nella testa. Nei time-out serve energia positiva, non isterismo».
I francesi come stanno vivendo l’Olimpiade di casa?
«L’atmosfera è bellissima, viviamo dentro una festa collettiva. Vedo gente felice e contribuire a questa felicità è la mia missione».