Olimpiadi, nuoto. Sfuma la medaglia, Pellegrini delusa: «Non è un problema di testa»

L'azzurra chiude quarta la finale dei 200 sl: «Ho dato tutto, ma non è andata». L'oro alla statunitense Ledecky
Olimpiadi, nuoto. Sfuma la medaglia, Pellegrini delusa: «Non è un problema di testa»
dal nostro inviato Mattia Mallucci
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RIO DE JANEIRO (Brasile) - Sfuma il sogno della terza medaglia olimpica nei 200 stile libero per Federica Pellegrini. L’azzurra si ferma prima del podio, e chiude quarta in 1’55”18. Davanti a lei l’australiana Emma McKeon in 1’54”92, medaglia di bronzo. Medaglia d’oro per la campionessa del mondo, l’americana Katie Ledecky, che nuota in 1’53”73 (e non batte il record di Federica di 1’52”98 ottenuto ai Mondiali di Roma 2009). Argento per la svedese Sarah Sjostrom in 1.54.08.

LA RABBIA - «Non dite che a 28 anni era un problema di testa o tiro cazzotti a tutti». Sbotta così la Pellegrini davanti ai cronisti in zona mista al termine della gara. La nuotatrice appare visibilmente contrariata quando le si chiede se la mancata medaglia è dovuta ad un problema di testa. «Non ho avuto in acqua le stesse sensazioni di ieri. Fa male indipendentemente da tutto - prosegue -. E’ stata una brutta sorpresa per la fatica che stavo facendo pensavo di nuotare molto più velocemente. Ho dato tutto quello che avevo, però non è andata. L’ultimo 50 ho detto do tutto fino alla fine e vediamo come va. Non ho scelto una tattica per nuotare, ho solo avute brutte sensazioni. Ho subito la gara? Ho 28 anni, se ancora mi dite che è un problema di testa do un cazzotto a tutti».

LA GARA - La Pellegrini si è presentata a questo appuntamento dopo l’argento di Atene 2004 e l’oro di Pechino 2008, e dopo il quinto posto di Londra 2012. Tutte nuove le sue avversarie rispetto alla sfida inglese, e tutte giovanissime. Federica con i suoi 28 anni era la più anziana in vasca, seguita dall’australiana Barratt, di un anno più giovane. Le altre, a partire dalle rivali terribili Ledecky (19) e Sjostrom (22), erano di almeno sei anni più giovani. Ma l’età spesso va di pari passo con l’esperienza, e l’azzurra è riuscita ad arrivare a questa finale grazie proprio ad un mix di tecnica e gestione delle risorse. Impossibile, forse, chiedere di più alla Divina, che a Rio dovrebbe scendere in vasca anche nei 100 stile libero, e partecipare alla staffetta 4x200 sl. Partita non al meglio, l’azzurra ha visto quasi subito scappare le sue avversarie riuscendo però a chiudere i primi 50 terza, per poi calare ottava ai 100, risalire quinta ai 150 e chiudere quarta gli ultimi 50. Una prestazione che non è bastata per la ciliegina della terza medaglia olimpica.

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