Fabbri esclusivo dopo il quinto posto: "Io come la mia Fiorentina, pronto a ripartire"

Il campione azzurro di getto del peso torna in Italia rammaricato per la mancata medaglia ma felice per l'esperienza. E con tanti propositi
Dalla nostra inviata Chiara Zucchelli
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Dice che vuole tenere gli occhiali da sole, e se ne scusa, perché ha gli occhi stanchi: «Ho dormito poco. Un po' di rabbia, un po' di pensieri, un po' di frustrazione... E poi il letto che non è il più comodo del mondo», ammette Leonardo Fabbri. Lo incontriamo a Montmartre, all'interno dell'Adidas House Paris, dove c'è una terrazza che domina tutta la città da stropicciarsi gli occhi. Leonardo si concede alle interviste anche se non vede l'ora di tornare a casa sua, a Firenze, e resettare tutto. O meglio: resettare la finale del getto del peso dove è arrivato quinto, ma non il percorso fatto per arrivarci.

Quello rimane, giusto?

«Sì,alla fine ho fatto una finale olimpica da protagonista anche se chiaramente non è andata come speravo. Ho fatto una stagione bellissima, sto diventando l'atleta che ho sempre sognato di essere».

E che vuole continuare ad essere.

«Sì, infatti dopo una settimana di riposo a Firenze si ricomincia. Ho fatto una stagione bellissima, purtroppo la pioggia ha un po' rovinato gli ultimi lanci ma allla fine sono contento. La mancata occasione di vincere la medaglia olimpica la sento, ma si riparte dai, mi rifarò con gli interessi».

Le è capitato di pensare stanotte alla sua finale e a quelle di Conference perse dalla Fiorentina, di cui lei è tifosissimo?. «Intanto vorrei dire che mi incuriosisce molto Palladino, spero possa arrivare un altro attaccante, Kean mi piace e Colpani è bellissimo colpo. Se andasse via Nico mi dispiacerebbe molto e spero che si investa sui giovani. In assoluto quando sei in finale vuoi vincere e portare qualcosa a casa. Ho cercato di guardare il bicchiere mezzo pieno. Queste gare devi affrontarle come se fossero le ultime e forse un po' di cattiveria è mancata anche a me. Ma non ho rimpianti, mi dispiace, c'era anche la mia famiglia a vedermi».

Quando lo dice Fabbri si emoziona, ma gli occhiali scuri servivano anche a coprire gli occhi lucidi.


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