Pagina 2 | Ha ragione Ceccon che alle Olimpiadi si mangia davvero male e non si dorme?

Davvero a Parigi si mangia malissimo? Davvero l'organizzazione è pessima? E, infine, è vero che non si dorme? Premessa doverosa: l'hotel dove hanno alloggiato Lady Gaga e Celine Dion, ad esempio, non ha di questi problemi. E non ne hanno neppure le ambasciate dove alloggiano reali e politici vari. Qui si parla di persone comuni. Non cittadini, visto che i parigini da almeno due settimane hanno salutato baracca e burattini. Il riferimento è ad atleti, giornalisti, tifosi e appassionati: è così catastrofica la situazione? Abbastanza.


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Tutti i problemi del villaggio olimpico

Il Villaggio è, da sempre, uno dei fiori all'occhiello dell'Olimpiade. Qualche giorno fa Nadal ha detto che lui ama starci perché è solo così che si vive pienamente lo spirito dei Giochi. Vero. Ma Rafa vive queste Olimpiadi con un approccio diverso rispetto a un atleta che, magari, si gioca la vita in queste due settimane. Per chi ha solo questo appuntamento non dormire o mangiare poco e male è un prolema. Al Villaggio ci sono i letti di cartone e non sono comodi. Non c'è l'aria condizionata e qualcuno se l'è portata da casa (100mila dollari spesi dagli australiani) oppure ha optato per comodi ventilatori ordinati on line. Il cibo: è poco e la qualità non altissima, bisogna fare lunghe code e non sempre si riescono a fare pasti bilanciati. Gli inglesi hanno risolto andandosene, l'Italia del volley femminile e del tennis non ci ha proprio mai messo piede. E Ceccon ha denunciato la situazione con parole chiarissime.


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Il traffico

Altro enome problema di Parigi: il traffico. Passi per i giornalisti e i turisti, che in qualche modo si organizzano, ma quando le ore in coda coinvolgono gli atleti può essere un fastidio enorme. E più di qualcuno lo ha fatto notare, anche in modo piuttosto acceso.

I volontari

Col massimo rispetto, perché non c'è grande evento sportivo che non si possa portare a casa senza volontari, va detto che quasi nessuno parla inglese corrente e sono pochissimi quelli che sanno dare indicazioni. Un esempio: se devi entrare al block 20 e chiedi dove siano il 21 o o il 22 ti sanno rispondere, se provi a spingerti al 23 già ti rispondono che non sanno come aiutarti. In francese, ovviamente.


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I cuscini

Tema inerente sempre al Villaggio. Da giorni, a Parigi, c'è un enorme richiesta di cuscini. Qualcuno li ordina on line, qualcun altro chiede ad amici e parenti di portarglieli addirittura nelle aree gare. Un problema, per ritornare ai letti di cui sopra, che non hanno avuto Celine Dion e Ledi Gaga.

 


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Tutti i problemi del villaggio olimpico

Il Villaggio è, da sempre, uno dei fiori all'occhiello dell'Olimpiade. Qualche giorno fa Nadal ha detto che lui ama starci perché è solo così che si vive pienamente lo spirito dei Giochi. Vero. Ma Rafa vive queste Olimpiadi con un approccio diverso rispetto a un atleta che, magari, si gioca la vita in queste due settimane. Per chi ha solo questo appuntamento non dormire o mangiare poco e male è un prolema. Al Villaggio ci sono i letti di cartone e non sono comodi. Non c'è l'aria condizionata e qualcuno se l'è portata da casa (100mila dollari spesi dagli australiani) oppure ha optato per comodi ventilatori ordinati on line. Il cibo: è poco e la qualità non altissima, bisogna fare lunghe code e non sempre si riescono a fare pasti bilanciati. Gli inglesi hanno risolto andandosene, l'Italia del volley femminile e del tennis non ci ha proprio mai messo piede. E Ceccon ha denunciato la situazione con parole chiarissime.


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