Olimpiadi, scommettiamo che non vince De Coubertin

Leggi il commento sui Giochi di Parigi legato al mondo delle puntate sportive
Cristiano Gatti
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E poi ci sarebbe sempre il famoso spirito olimpico, scalpellato nella storia da De Coubertin con quel motto che ormai si raccontano le clarisse e i camionisti piegandosi in due dal ridere: l’importante non è vincere, ma partecipare. Dove sia finito nessuno sa più dire, verosimilmente giace tra reti metalliche e cestelli di lavatrice in qualche piazzola autostradale, il luogo preferito dagli italiani per smaltire la roba vecchia. Ripensandoci bene, a rendere questo spirito romantico così vistosamente patetico è anche la contemporanea e sempre più dilagante febbre della scommessa, che di fatto si afferma con il motto ribaltato: l’importante non è partecipare, ma vincere. 

Olimpiadi, si scommette su tutto 

Così è: anche per i Giochi moderni, che contemplano più discipline della pur delirante offerta di corsi universitari, si sta scatenando la prodigiosa macchina da guerra delle puntate. Le piattaforme offrono un buffet praticamente senza limiti e confini, come le canzoni di Battisti: persino io che non ho mai scommesso su nulla, sono sicuro che potrei scommettere qualcosa proprio sul nulla. Non so come, ma me lo quoterebbero. Senza andare sul difficile, tipo quante molle metterà Tamberi nelle scarpe o quanti doppi falli commetterà Sinner in semifinale, magari scommettendo prima se Sinner arriverà in semifinale, se col sole o con le nuvole, in maglia bianca o in maglia grigia, guardando la fidanzata in tribuna oppure solo pensandola, senza andare sul difficile la dotazione generalista è già di per sé mastodontica. Il basico: mi segnalano dalla regia che almeno 46 podi dell’Italia vengono pagati 1,46 volte da Sisal, mentre Planetwin365 paga il doppio almeno 11 medaglie d’oro nostre. Però occhio al colpo grosso: a chi ama il brivido forte, William Hill paga 501 volte la posta se l’Italia centra il primo posto nel medagliere finale. Poi bisogna spendere tutto dal cardiologo. PS: chiedo una tregua olimpica: almeno per i Giochi, evitiamoci i moralismi sulla scommessa. Togliamoci dalla testa quella dei nostri campioni annoiati, che giocano soldi e reputazione al banco dei camorristi, e prendiamo tranquillamente atto: la scommessa legale non ha nulla di satanico in sé. Come l’atomica, come Internet, come l’Intelligenza artificiale, anche la scommessa ha un solo lato oscuro: gli uomini. 


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