Raggi, dire no e non dire la verità

Non è un problema solo di etichetta, ma di sostanza. Il Movimento 5 Stelle ha sempre invocato l’onestà come principio cardine della propria azione politica. Ma è evidente che l’onestà non può esserci senza la verità. E la sindaca sulla questione è recidiva
di Stefano Barigelli
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ROMA - La sindaca Raggi mentre Malagò l’aspettava rispettando l’appuntamento che lei stessa gli aveva dato, stava comodamente pranzando in via dei Mille, vicino alla stazione Termini. Come documentato dalle nostre foto esclusive. Insomma non esattamente l’impegno istituzionale con cui si è poi giustificata. Non è un problema solo di etichetta, ma di sostanza. Il Movimento 5 Stelle ha sempre invocato l’onestà come principio cardine della propria azione politica. Ma è evidente che l’onestà non può esserci senza la verità. E la Raggi sulla questione è recidiva. Le era già capitato di non dire la verità: con l’assessore Muraro, che sapeva indagata pur professando il contrario. Evidentemente anche se inesperta la Sindaca ha già acquisito i vizi peggiori della vecchia politica.



Evitare l’incontro con Malagò, rifiutare lo streaming, ha tradito quel rapporto con i cittadini che è stato dall’inizio il tratto saliente del Movimento. E anche ragione del successo elettorale. Dire no alle Olimpiadi è prerogativa politica della Sindaca. Argomentarlo confrontandosi con il presidente del Coni, una figura neutrale che si occupa dello sport italiano, era l’occasione per motivare meglio ai cittadini romani, tutti, anche quelli che non l’hanno votata, le proprie ragioni. Invece la Raggi ha scelto il monologo. Dimenticando di spiegare perché avesse rinunciato al referendum consultivo promesso in campagna elettorale. D’altronde aveva anche promesso di presentare la squadra di governo della città prima del ballottaggio, invece a Roma manca ancora l’assessore al Bilancio. La Raggi ha difeso la scelta del no ripetendo il mantra che le priorità di Roma sono altre.

FOTO, IL NO DELLA RAGGI FA IL GIRO DEL MONDO

Non c’è dubbio che la Capitale soffra di problemi gravissimi. Ma non si capisce perché non si possano riparare le buche oggi, cogliendo nello stesso tempo l’opportunità di organizzare le Olimpiadi nel 2024. Tra l’altro opportunità favorevolissima, visto che Roma era davanti a Los Angeles e Parigi. Comunque non c’è dubbio che i romani mesi fa abbiano, con il loro voto, consegnato un consenso largo alla Raggi, nella speranza di una svolta. Il traballante inizio non è certo incoraggiante. Ma saranno i prossimi mesi a dire se la Raggi sarà o meno in grado di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale. Non fare e dire no è sempre più facile che fare e dire sì. Ma dire intanto più spesso la verità non è né facile, né difficile. È un dovere.


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