ROMA - «Si tratta di un grande investimento che mostrerà i suoi frutti nel futuro». Si difendeva così il ministro greco Alogoskoufis, quando dovette replicare alle accuse perchè i costi dell’Olimpiade di Atene 2004 erano più che raddoppiati rispetto alle previsioni, arrivando alla soglia dei 10 miliardi di euro, se non di più (in questi giorni si parla di una spesa complessiva di 15 miliardi di euro). Ma la cruda realtà ha dimostrato che il ministro sbagliava. Altro che investimento, al posto dei frutti ipotizzati, solo degrado, sterpaglie, calcinacci ed impianti abbandonati, andati in malora.
A dieci anni dall’Olimpiade di Atene, che nel 1997 la votazione Cio scelse, bocciando tra le altre la candidatura di Roma, il bilancio è tristemente desolante. La gravissima crisi economica che ha messo in ginocchio i greci ha coinvolto tutto, anche perchè contrariamente a quanto ad esempio fece poi Pechino, la metà degli impianti non è stata più utilizzata, nè riconvertita. Un progetto che evidentemente peccava di superficialità ed approssimazione. Mentre la piscina olimpica di Pechino 2008, appena conclusi i Giochi, divenne un parco acquatico di divertimento a disposizione di tutti i cittadini, quella di Atene al posto dell’acqua mostra vuoto e calcinacci.
Fa tristezza, ricordando l’entusiasmo genuino della popolazione che si sentiva finalmente parte dell’Europa e in quel mese al centro del mondo, registrare lo sfacelo in cui versa la maggior parte degli impianti appositamente costruiti per i Giochi Olimpici. Era bellissima Atene in quelle lunghe giornate che non volevano abdicare alla notte, gente festante, la nuova linea di metropolitana leggera a cielo aperto che conduceva dal centro al Pireo. Furono costruite cattedrali nel deserto, senza curarsi di ciò che ne sarebbe stato finita l’Olimpiade. Ora le “cattedrali” sono in rovina, è rimasto solo il deserto.
Il simbolo di un fallimento che diventa inevitabile, alla luce di quanto puntualmente accaduto, se nel nome dello sport si mette da parte il raziocinio, se si fa il passo più lungo della gamba, se si finge di non sapere che i budget iniziali, alla fine come minimo si raddoppiano. E alla fine ci rimettono i cittadini, sono loro che pagano il conto salatissimo. Dieci anni dopo Atene 2004, le rovine elleniche devono costituire un monito per chiunque coltivi l’ambizione di candidarsi ad ospitare un’Olimpiade. Atene è sprofondata nella crisi anche a causa dei circa 7 miliardi di spesa pubblica scaturita dai Giochi. E I cittadini di Montreal hanno impiegato 30 anni per pagare l’Olimpiade 1976!