(ANSA) - ROMA, 26 GIU - "Credo che sia giunto il tempo di
lavorare con l'Uefa e con la Commissione Europea per rivedere le
conseguenze della sentenza Bosman. Non dico si possa tornare a
un massimo di tre stranieri, però mettere un limite più severo è
nell'interesse di tutti". Così Lorenzo Casini, presidente della
Lega Serie A, ospite di Radio Anch'io Sport su Rai Radio 1,
sull'ipotesi di introdurre un "luxury cap" per chi ha tanti
stranieri.
"Per il campionato Primavera siamo riusciti a introdurre
delle regole che andranno già dalla prossima stagione ed entro
tre anni ad avere un'ampia maggioranza di giocatori italiani. A
livello nazionale, noi seguiamo le regole Uefa", aggiunge
Casini.
Ma sul razzismo serve il pugno duro: "Se guardiamo i dati
statistici, è un fenomeno in tendenziale riduzione dal punto di
vista quantitativo. Ma questo non basta, dobbiamo arrivare a
sradicarlo completamente, l'obiettivo è il 2030. Alcuni
strumenti sono stati già messi in campo, poi c'è il tema
sanzionatorio da rendere sempre più efficace. Per me l'unica
soluzione parte dalle scuole, la sanzione arriva già tardi,
bisogna iniziare dalle scuole per trasmettere l'importanza dei
valori del calcio".
Un tema importante per i club italiani restano i diritti tv:
"La prima fase si è chiusa con una fisiologica offerta bassa da
parte degli operatori, che ora hanno aderito alla fase di
trattativa privata: è lì che capiremo se si riuscirà a chiudere
a un prezzo che poi le squadre riterranno conveniente o no. Se
non dovesse chiudersi, si aprirà una fase ulteriore di apertura
delle offerte arrivate sul canale della Legea con un'ulteriore
fase di negoziazione. Sotto il miliardo a stagione? Non ho la
palla di vetro, speriamo sia più alta possibile".
Si torna a giocare nel periodo natalizio: "Oggi verrà
ratificato dal consiglio federale, dati alla mano è una
soluzione che la Lega valuta positivamente". Casini non esclude
un'intera giornata di Serie A all'estero? "Si discute da diversi
anni guardando al modello Nba. Dire che ci sarà è prematuro,
anche perché implica un dialogo con Uefa e Fifa. Ma il tema è
lì". (ANSA).
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