ROMA - Suzuki Ignis Hybrid è una macchina sobria, pratica e furba. Sobria perché con un listino prezzi a partire da 14.050 euro (per la entry level benzina 2WD) non ci si possono attendere gli interni di una Bentley; tuttavia l’abitacolo è ben realizzato, caratterizzato da un design moderno e da dinamici contrasti cromatici. Ma è soprattutto spazioso. E questo è una delle caratteristiche che rendono la Ignis pratica: in 370 cm di lunghezza c’è spazio per quattro passeggeri e un bagagliaio di 267 litri, 42 in più rispetto a quello della concorrente Fiat Panda.
Furba, infine, perché si propone non solo come il Suv più compatto sul mercato, ma anche come l’ibrida più piccola. Infatti il già noto sistema SHVS (Smart Hybrid Vehicle by Suzuki) non permette di circolare in modalità elettrica, ma è un ibrido a tutti gli effetti e permette di usufruire di tutte le agevolazioni dedicate alle green. Il sistema ISG (Integrated Starter Generator) svolge una triplice funzione: motorino d’avviamento, motore elettrico di assistenza per supportare il 4 cilindri in fase di accelerazione e ripresa, accumulando elettricità attraverso il recupero dell’energia prodotta in frenata; alternatore per caricare sia la batteria tradizionale sia la quella agli ioni di litio dal peso di 6,2 kg posta sotto sotto il sedile anteriore.
Abbiamo trascorso qualche giorno in compagnia della versione quasi al top della gamma, la Hybrid in allestimento iTop con trazione integrale AllGrip, proposta (al netto delle offerte) a un prezzo di 18.300 euro.
Di serie il sistema keyless, l'infotainment con touchscreen e navigatore, start &stop, e il pacchetto di sicurezza Suzuki. Quest’ultimo comprende, tra l’altro, il dispositivo di allerta “attentofrena”, il “guidadritto” che avverte in caso di sbandamento e l’hill hold control che facilita le partenze in salita.
Gli sbalzi estremamente ridotti e le dimensioni compatte la rendono una perfetta citycar, scattante e dinamica. Inoltre la taratura rigida delle sospensioni, pur facendo patire qualche sobbalzo di troppo, fa sentire i suoi benefici in curva, dove nonostante il baricentro alto non si nota un eccessivo rollio.
Apprezzabile inoltre la seduta alta da mini-Suv, che permette una buona visibilità anche grazie al generoso lunotto posteriore, tanto da rendere (quasi) inutile la telecamera di serie. Piuttosto brillante il sistema ibrido: il 4 cilindri 1.2 da 90 cavalli, con la piccola spinta aggiuntiva del motorino elettrico, permette di scattare da 0 a 100 km/h in 11”5, valore leggermente superiore a quello della Panda 0.9 Twinair, a fronte di una velocità massima di 165 km/h. Contenuti, infine, i consumi: al termine di un percorso misto extrarubano-autostrada il computer di bordo ha segnalato 20 km con un litro.