Dakar 2022, quante sfide nel deserto

Il rally radi più famoso è difficile del mondo si corre sulle sponde del Mar Rosso e sarà animato da un programma ricco di battaglie sulle dune a due e quattro ruote
Pasquale Di Santillo
4 min

Una bolla nel deserto, in attesa si scateni l’inferno. E non di sabbia. La carovana della Dakar, 3.500 persone, quelle che sono riuscite a superare le insidie del virus e i controlli resi ancora più ferrei dalla nuova ondata in atto, è tutta concentrata a Jeddah sulle sponde del Mar Rosso, qualche settimane fa già palcoscenico della Formula 1, pronta a mettersi in moto per l’avventura che da quarantaquattro anni affascina il mondo. “La Corsa nel deserto”, la sfida estrema tra l’essere umano, i suoi mezzi cittadini e la natura selvaggia che per il terzo anno di fila sarà quella delle dune dell’Arabia Saudita.

Il programma della Dakar 2022

Tutto quello che si muove su ruote, 2 o 4 che siano (moto, auto, quad e camion), è stato sottoposto alle verifiche di rito. Poi, all’alba del primo giorno del nuovo anno il prologo, più di 800 km fino ad Hail. A seguire, dal 2 fino al 14 gennaio sono in programma 12 tappe, 1 solo giorno di riposo: in tutto 8.375 km, di cui 4.258 km fatti di speciali e i restanti 4.117 di trasferimento. Ma non sarà una Dakar come le altre. Per tanti motivi. Il primo, il più importante, per quanto conti davvero da queste parti, è che l’edizione 2022 è già entrata nella storia grazie alla partecipazione di Mashael Al-Obaidan e Dania Akeel: le prime donne dell’Arabia Saudita a prendere parte al raid con i rispettivi buggy. Qualcosa di epocale in un Paese che fino al 2018 ammetteva alla guida per legge solamente gli uomini!

Che poi generi degli altri effetti culturali è tutto da vedere, ma è sempre meglio di niente.

Chi sono i favoriti nelle moto

E tornando sul versante sportivo, anche qui si giocano partite che vanno al di là di quella che sarà la semplice vittoria. Perché se dal fronte moto il duello Honda -KTM è abbastanza, come dire, tradizionale, con gli austriaci che hanno puntato tutto sull’ex MotoGP Danilo Petrucci, animati come sono dalla voglia di riscatto dopo due stagioni di trionfi giapponesi e riprendersi quel dominio che durava da inizio anni 2000; su quello delle auto siamo di fronte a una sfida globale.

Auto, Audi lancia la sfida elettrica

Sfida industriale, tecnologica, meccanica, oltre che personale tra piloti di assoluto livello. Il debutto dell’AUDI alla Dakar con la sua astronave a tre motori elettrici e uno termico per ricaricare le batterie, apre infatti una nuova era nella corsa-avventura tra le dune. Dopo i trionfi nel rally, nell’endurance e in Formula E, la Casa di Ingolstadt si è tuffata nel deserto perchè ci ha visto - anche grazie alle modifiche del regolamento, ruote più grandi e sospensioni con maggiore escursione, per ridurre al minimo il rischio di forature - il nuovo laboratorio dove sperimentare le sue avanzatissime tecnologie d’avanguardia. E non a caso sulle sue tre RS Q e-tron saliranno il meglio della generazione attuale di piloti, dal re del deserto Stèphan Peterhansel - Sua Maestà 14 Dakar - e Carlos Sainz, oltre a Mattias Ekstrom. Ma il “Dream Team” AUDI non troverà tappeti rossi nel lungo viaggio che lo riporterà sul traguardo di Jeddah.

Toyota punta sull'esperienza

Perchè la concorrenza è tanta, di livello pari alla qualità degli sfidanti ma con più esperienza sulle spalle, almeno come mezzi. Al Attiyah, l’altro principe delle dune, infatti è pronto a riprendersi lo scettro lasciato lo scorso anno nelle mani dei buggy MINI. Convinto com’è che il suo Toyota Hilux T1+ del team Gazoo Racing abbia tutte le carte in regola per respingere la sfida del colosso tedesco rappresentante del Gruppo Volkswagen , rivale sui mercati di tutto il mondo. Il terzo incomodo, con tutto il rispetto per l’incomodo, è mr. Rally (9 titoli di fila) Sebastien Loeb che dal 2016 insegue la prima vittoria alla Dakar senza centrarla e quest’anno a bordo del protipo BRX Hunter troverà accanto a sè un nuovo navigatore al posto del fidato Daniel Elena, il belga Fabian Lurquin.

MINI, gli outsider

E la MINI? Ha affidato una delle ALL4 alla giovane pilota spagnola Laia Sanz coadiuvata dal navigatore italiano, Maurizio Gerini. Oltre la bolla, che l’avventura abbia inizio.


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