La priorità è ascoltare il cliente

I brand italiani di Stellantis sono quelli che soffrono di più, mentre Ford ha abbandonato le vetture piccole
La priorità è ascoltare il cliente© ANSA
di Massimo Ghenzer
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I l mercato dell’auto in Italia chiude il 2024 in lieve, ma pericolosa contrazione rispetto al 2023. I brand italiani di Stellantis (FIAT, Lancia, Maserati, Alfa Romeo) sono quelli che soffrono di più, come la Ford che ha abbandonato le vetture piccole. Tra gli europei il gruppo VW benché in difficoltà a livello globale, soprattutto in Cina, tiene i volumi al livello del 2023. Il gruppo Renault con Dacia aumenta le vendite ma dovrà trovare degli accordi se vuole mantenere una posizione competitiva nel medio e lungo termine. Anche BMW aumenta e non di poco le vendite. Gli orientali allargano di molto la presenza nel mercato italiano. In particolare, Toyota, per merito di una gamma prodotto completa, dalle più piccole alle vetture prestigiose Lexus e una gestione eccellente dei clienti nel post-vendita. La cinese SAIC con la MG è cresciuta molto e presto anche BYD decollerà nel mercato italiano con prodotti endotermici ed elettrici. Il mercato italiano così come si è fossilizzato dopo il Covid non può andare.

 

La ex FCA di Marchionne si occupava molto non soltanto del mercato americano, ma anche di quello europeo e aveva programmi interessanti per i brand italiani di lungo corso. Stellantis invece si occupa molto delle Case francesi, dimenticando gli italiani e anche quelle americane. Così i prodotti offerti non incontrano totalmente le esigenze dei consumatori. Peraltro, analizzare il mercato italiano senza valutare la globalità dell’offerta è un esercizio sterile che non conduce ad analisi strutturate. Il mercato italiano è stato da sempre in Europa la guida per le vetture piccole, chiamate utilitarie e poi city car. La FIAT e la Lancia erano le regine del settore. Queste vetture la FIAT le produceva a costi contenuti e in grandi volumi. Tra le prime dieci vetture più vendute nel nostro Paese ce n’erano sempre quattro o cinque dei brand FIAT e Lancia. Per riprendere i volumi totali di due milioni e oltre di vetture vendute, bisogna ricominciare a produrre auto piccole di qualità a prezzi accessibili. Non vedo altre soluzioni che impegnarsi a progettarne di piccole, ibride ed elettriche che a prezzi contenuti incontrino il cliente italiano. Nelle ricerche di Aretè la maggioranza degli italiani dice che non vuole spendere più di ventimila euro per l’acquisto di una vettura, sia tradizionale che elettrica. Ascoltare il cliente finale è un dovere primario delle Case automobilistiche.


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