Carlos Tavares se n’è andato lasciando una situazione di crisi in Europa e in USA. Nel terzo trimestre di quest’anno ha venduto il 20% in meno globalmente e il 36% in meno in USA. Ora bisogna ripartire e concordare una strategia che sia il frutto di una lettura non conflittuale dei rapporti con i concessionari e istituzioni e realistica per quanto riguarda la transizione energetica. I Marchi da gestire sono 15, tantissimi, tra Europa e USA. La razionalizzazione delle piattaforme già in atto farà realizzare importanti economie di scala per i prodotti di volume mentre per i brand prestigiosi come Maserati ed esclusivi come Jeep investimenti dedicati sono indispensabili per competere in un mercato globale. Tavares era, almeno negli ultimi tempi, un uomo solo al comando con 40 manager di qua e di là dell’oceano che riportavano a lui. Troppi e stile manageriale top down, che non ha creato una catena di comando dove individuare due o tre candidati interni alla successione.
Peraltro, un grande manager si deve porre l’obiettivo di individuare e addestrare i successori così da coprire ogni evenienza che si presenti durante la vita dell’azienda. Elkann ha detto che si è messo al lavoro con un direttorio di top manager che saranno i gestori nella transizione verso il nuovo assetto. Va bene come operazione ponte ma il centro del problema è anche strategico. Tavares ha creato conflitti in Europa e in USA per le scelte strategiche, di gestione dei brand e commerciali, oltre a fare vari giri di valzer contraddittori per le vetture elettriche. C’è molto da lavorare per rimettere le cose a posto. Poi c’è il problema Italia, dove Stellantis è crollata per le vendite e la produzione. Gli interventi di Tavares sul tema Italia avevano del surreale. Si notava una profonda avversione verso le fabbriche del nostro Paese e una sfiducia radicata che hanno più che dimezzato la produzione dai tempi di Marchionne. Per l’Italia la soluzione è nelle mani di Elkann che si defila e manda in avanscoperta Imparat, un manager di esperienza, responsabile per il mercato europeo. Ci aspettiamo che l’Italia sia gestita dagli eredi Agnelli. Troppo forte il legame con brand come Fiat, Lancia , Alfa Romeo , Abarth e Maserati. Legame anche economico che negli anni ha visto i vari governi italiani aiutare gli Agnelli nei momenti di difficoltà. Questo non è passato inosservato al contribuente italiano