I mesi passano e il mercato dell’auto in Europa rimane uguale a se stesso e in profonda crisi. In dieci mesi si sono vendute meno di 11 milioni di automobili. Ne mancano almeno 2 milioni per tenere gli impianti occupati e garantire un rinnovo del parco adeguato. I cinesi stanno avanzando ma i Costruttori europei non hanno una strategia per frenare l’ erosione dei volumi. Dal prossimo gennaio poi, scattano le penalità per le emissioni medie di CO2 oltre 93,6 grammi a chilometro per le nuove immatricolazioni. La penalità sarà di 95 € per ogni grammo eccedente. Il calcolo si fa moltiplicando l’eccedenza di emissioni per 95 e poi per il numero totale di veicoli venduti nell’anno. Per esempio, se un Costruttore ha un’eccedenza di 5 g/km e ha venduto 100.000 veicoli, la multa sarà: 5 g/km moltiplicato 95 €, moltiplicato 100.000 = 47.500.000. Le sanzioni vengono versate nel Bilancio Generale dell’Unione Europea e i fondi possono essere utilizzati per progetti ambientali, per ricerca e sviluppo di tecnologie pulite e investimenti in infrastrutture per la mobilità sostenibile. Se il quadro normativo non cambia, i Costruttori rischiano grosso, decine di miliardi.
Per ridurre l’impatto delle penalizzazioni, i Costruttori cercheranno di vendere più elettrico e ibrido plug-in sostituendo le vendite di automobili tradizionali. Operazione tutt’altro che agevole. Nel 2024 l’elettrico puro più il plug-in è il 21,9% del volume totale. Per non pagare le penalità si dovrà scendere dai circa 110 g/km attuali a 93,6 g/km. Se consideriamo che quest’anno le emissioni sono aumentate invece che diminuite, si capisce la dimensione del problema. Sembra proprio che non ci sia soluzione se non il cambio della normativa. Peraltro, si stanno chiudendo le fabbriche con migliaia di licenziamenti. Nel 2024 la crisi di Stellantis è esplosa. In Europa in dieci mesi, l’azienda di Elkann a trazione francese ha venduto 129.623 vetture in meno (Fonte UNRAE). Chi ha perduto di più sono i brand italiani di Stellantis, con in testa la Fiat e la tedesca Opel . Il gruppo VW ha venduto come lo scorso anno ma non basta per mantenere in piedi l’impianto industriale e produttivo. Non c’è più tempo da perdere: la Commissione EU deve decidere.