Dopo il CEO del Gruppo VW che annunciava la crisi strutturale in cui versa il gigante dell’automobile tedesco, è intervenuto il Presidente del gruppo Dieter Pötsch che è molto vicino alla famiglia Porsche -Piech che detiene la maggioranza dei diritti di voto del Gruppo. Sembra una stretta in termini di comunicazione, uno dice, siamo in crisi dobbiamo chiudere delle fabbriche e ridurre costi e posti di lavoro e l’altro dice che gli obiettivi ssati dalla UE per la transizione energetica sono irrealistici e quindi chiede una revisione.
Il presidente Dieter Potsch dice anche che la UE ha ssato gli obiettivi, ma non ha indicato il modo per arrivarci e non ha organizzato la infrastruttura in linea con il totale cambiamento di paradigma, dall’endotermico all’elettrico. Bisogna chiarire il tutto e aiutare le imprese ad organizzare la transizione e convincere il consumatore che il passaggio all’elettrico è l’obiettivo da perseguire in tempi più lunghi e con una totale collaborazione tra politica, imprese e parti sociali. Le parole sono pesanti e la UE non può ignorarle ma forse è tardi per recuperare la competitività globale che l’industria automobilistica europea ha sempre vantato. Questo tardivo cambiamento di rotta e il passaggio dalla sciocca ideologia ad un sano pragmatismo, ha il merito di riconoscere indirettamente la centralità del prodotto e del mercato. Dieter Potsch chiede che siano progettate automobili avanzate e innovative in grado di competere con i cinesi. Ottimo come intento programmatico che contraddice la posizione nora tenuta dal Gruppo VW, che con orgoglio tempo fa annunciava gli investimenti miliardari per produrre le vetture elettriche che il consumatore non compra.
o sappiamo e lo diciamo da tempo che la strategia UE sulla transizione energetica è lacunosa. Sostanzialmente si è annunciato un obiettivo ma non esiste un piano strutturato per arrivarci, e non sono state chiarite quali siano le fonti di nanziamento per un programma così aggressivo. Si è programmato senza studiare e prevedere il comportamento dei consumatori. I nodi come logico ora vengono al pettine e per salvare l’industria Automotive europea ed evitare gravissimi problemi sociali la UE e le Case debbono cambiare passo e magari rinnovare un management che si è rivelato decitario.