Una strategia da rivedere

Le somme dovute alle penalità per le emissioni potrebbero diventare svariati milioni e anche miliardi di euro per le Case Auto
Una strategia da rivedere© ANSA
di Massimo Ghenzer
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Le vetture elettriche vendono, ma non al 100%, se incentivate. Questo è il responso del mercato dopo anni di spinta verso l’elettrico. La UE ha introdotto dei limiti di emissione di CO2 per le nuove immatricolazioni e chi li supera è soggetto a pagare penalità , anche salate. Le penalità sono già in atto e hanno colpito alcune case costruttrici. La misura è di 95 euro per ogni grammo di CO2 a chilometro che supera i limiti stabiliti che ogni anno diventano più stringenti. Questo per ogni vettura nuova che viene messa sul mercato. In tale modo le somme dovute alle penalità potrebbero diventare svariati milioni e anche miliardi di euro per le Case Auto. Inoltre, le Case devono presentare un piano di riduzione delle emissioni e la mancate elaborazione potrebbero portare ad altre penalità. Ci troviamo di fronte a un “cul de sac”. Il mercato non assorbe tutte le vetture elettriche programmate, e senza incentivi l’elettrico langue. In Germania e Svezia, tra i Paesi che si pensava più propensi alla conversione energetica, gli incentivi all’acquisto dell’elettrico sono terminati lo scorso anno e da allora le vendite si sono ridotte di molto. Come se non bastasse i produttori e l’industria della componentistica hanno fatto ingenti investimenti per l’elettrico, ma il ritorno è nettamente al di sotto dei piani di sviluppo elaborati. Non ci voleva uno scienziato per prevedere questo collo di bottiglia.

Si è ubbidito al diktat di Bruxelles senza analisi critica e di sostenibilità delle Case e soprattutto senza valutare la reazione dei consumatori a fronte di un’offerta di elettrico monca e decisamente cara e complicata da gestire. In Oriente, i cinesi promotori dell’elettrico hanno beneficiato di contributi governativi nello sviluppo del prodotto e continuano a spingere verso questa soluzione di mobilità. Le tariffe all’importazione hanno momentaneamente frenato l’invio di vetture cinesi in Europa, ma questa non è la soluzione strategica. I giapponesi hanno da sempre sostenuto che la transizione energetica deve essere attuata con il ricorso alla neutralità tecnologica, ovvero , ibrido, elettrico e idrogeno. Il tempo è esaurito, l’UE si deve pronunciare e rivedere la strategia della transizione ecologica.


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