Il mercato dell’auto ha chiuso il primo semestre in crescita, 6.879.438 contro 6.589.174 (fonte UNRAE) del 2023. I cinque mercati principali, Germania, UK, Francia, Italia e Spagna sono aumentati dal 6% del Regno Unito al 2,8% della Francia. Si è venduto di più dello scorso anno ma siamo ancora distanti dal 2019, ultimo anno prima del lockdown. L’elettrico ha raggiunto il 15,9% nei primi sei mesi, e l’Italia è ultima con il 3,9% dietro la Spagna al 4,7% e molto dietro UK che è prima al 16,6%, (sempre fonte UNRAE), tra i 5 mercati più grandi. Nei sei mesi si sono vendute in EU più EFTA (Islanda, Norvegia, Svizzera) e UK 954.094 vetture elettriche. Un po’ più dello scorso anno, ma meno della metà delle vetture a benzina 2.424.958 e delle ibride 2.057.667. Il Diesel è sceso rispetto allo scorso anno, ma si sono vendute 775.860 vetture. Sono ormai parecchi mesi che i mercato fornisce chiare indicazioni. L’elettrico non decolla senza una forte incentivazione da parte dei Governi. L’ultimo esempio lo si è registrato in Italia a giugno, dove gli inventivi nel mese hanno portato a un forte incremento delle vendite, ma finiti gli incentivi si è tornati alla quota di mercato di prima.
Nel frattempo ci sono state le elezioni in Europa dove i due partiti, Verdi e Socialisti, tenaci sostenitori del 2035 tutto elettrico, hanno perso voti. La nuova Commissione ha avuto la maggioranza del Parlamento europeo con i voti dei Verdi e dei Socialisti. Si è installata nei giorni passati e nel discorso programmatico della Presidente Von der Leyen, il tema della transizione energetica è stato toccato ma leggendolo non si è francamente capito quale sarà l’orientamento politico e legislativo sul tema del tutto elettrico fra 11 anni, un soffio di tempo nel mondo industriale e produttivo. I temi strategici per la Commissione sono molti, dagli immigrati, alla difesa comune, al supporto all’Ucraina e il tema energetico che è cruciale per l’industria automobilistica. La politica dovrà affrontare la transizione energetica senza ignorare i messaggi forti che in questi anni vengono dai consumatori e ultimamente dagli elettori e rivedere in profondità la strategia adottata finora che si è rivelata inadeguata.