Il mercato dell’auto in gennaio è cresciuto del 10% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, 141.946 contro 128.329, fonte UNRAE. Un dato positivo ma non sufficiente per ritornare a un mercato di due milioni, fisiologico per la grandezza del nostro parco e indispensabile per rinnovarlo. Abbiamo un parco tra i più vecchi d’Europa con 30% dei veicoli molto inquinanti e superati anche da un punto di vista di sicurezza.
Ci si affanna intorno al tema delle automobili elettriche, ma i modelli offerti per il momento sono pochi e a portata degli alti spendenti. Se vogliamo veramente ridurre le emissioni, bisogna proseguire per gradi. Questo è il momento giusto per sostituire le automobili più vecchie con quelle ibride ed endotermiche di ultima generazione. Usare gli incentivi principalmente per le elettriche è una mossa “politically correct” ma inefficace da un punto di vista operativo. Bisogna tornare su un piano logico e incoraggiare con incentivi adeguati e schemi di finanziamento accessibili il cliente medio a sostituire la vecchia auto con una nuova. Se si legge il mercato con attenzione, le indicazioni sono chiare. Gli italiani continuano a comprare le endotermiche e le ibride. Le elettriche e le ibride con la spina per il momento non decollano e non decolleranno neanche con gli inventivi recentemente annunciati da Urso. Il mercato premia le automobili meno care a benzina, a gas e ibride. Bisogna trovare il coraggio di agire oltre le sicure critiche dei teorici della transizione energetica e riportare il ragionamento e le decisioni su un piano logico e pragmatico. La stessa Bruxelles deve uscire dall’ubriacatura della iper regolamentazione. Non è questo tipo di politica che aiuta a rendere operativa e concreta la transizione energetica. Vediamo cosa sta avvenendo tra gli agricoltori. L’eccessiva regolamentazione li sta strangolando e se proseguiamo di questo passo ci nutriremo di regolamenti. A questo punto è necessario un bagno di realismo e attuare per gradi quelle riforme e quei miglioramenti economicamente e socialmente sostenibili. Continuare con un misto di approccio burocratico e ideologico è un grave errore strategico.