Prova MV Agusta Rush: cavallo di razza

Forme suadenti ed aggressive che mostrano subito di che razza sia una moto come l'ultima naked varesina. Il motore da 208 CV spinge forte ad ogni apertura di acceleratore
William Toscani
5 min

Avete presente gli ultimi metri di una qualunque corsa, quelli che precedono il traguardo finale? E' dove si da tutto, dove si innalza al massimo l'asticella delle prestazioni per un ultimo, furioso, scatto. E' quel momento che in gergo anglofono si definisce "Rush". L'ultima naked realizzata da MV Agusta, la Rush (appunto) riassume un po' queste caratteristiche. Basta guardarla e si capisce subito il perché del nome: potente, aggressiva, dalla linea protesa in avanti, una "belva" pronta a dare il massimo ad ogni apertura di acceleratore.

Motore di 208 CV

Peculiarità che trovano sponda nel suo poderoso motore 4 cilindri, capace di erogare ben 208 CV (212 con scarico racing) a 13.000 giri, abbinato ad un telaio in acciaio con struttura a traliccio. Elemento che si abbina fiero ad un forcellone posteriore monobraccio che rappresenta una vera scultura in alluminio con in gran risalto lo pneumatico di larga sezione che avvolge un cerchio con cover in carbonio.

La Rush è una moto che ha estremizzato il concetto introdotto con la Dragster 800 e che s’ispira senza nasconderlo alle gare di accelerazione in voga sulle piste americane.

Aggressiva e dal design suadente, questa naked MV Agusta mostra muscoli e raffinatezza da ogni lato la si osservi. Ogni elemento stilistico è opera distintiva: dallo scarico sdoppiato SC-Project, al fanale anteriore con funzione cornering, coronato da una striscia tonda di led incastonata in una lega leggera lavorata, fino alla cover del fanale posteriore, anche essa in carbonio, come il materiale utilizzato per i fianchetti del codino.
Quest'ultimo è forse il pezzo forte della silhouette: piccolo slanciato dalle forme quasi "aliene" con in più uno spazio dove ospitare un passeggero. Gli fa da contraltare una zona anteriore dalle proporzioni muscolose, protese verso la ruota anteriore. A completare il quadro ci pensano una forcella ed un monoammortizzatore posteriore marchiati Ohlins ed a controllo elettronico, freni Brembo ed un pacchetto controlli che si avvale di mappe motore selezionabili (Race, Sport, Rain e Custom) otto diversi livelli di controllo di trazione, controllo del freno motore, sistema anti-impennata, e naturalmente cambio elettro-assistito. Quasi superfluo segnalare, dato il grande spiegamento di tecnologia, l'acceleratore di tipo ride-by-wire.

Come va su strada

In sella la Rush è una moto che offre un buon compromesso tra comfort e sportività con il manubrio alto, e non troppo largo, che infonde sicurezza e sensazione di pieno controllo una volta afferrato. La posizione di guida risulta non sacrificata, anche i più alti possono trovarsi a proprio agio.
In marcia si rivela uno moto che punta dritta al sodo: ama andare forte, pochi dubbi. In quel frangente sprigiona tutte le sue peculiarità di mezzo fatto per regalare emozioni. Alle basse andature appare un po' legnosa da guidare, in special modo per la taratura delle sospensioni, che mostrano una certa rigidità nella taratura di base.

Il potente motore si fa apprezzare per regolarità di funzionamento anche ai bassi regimi, ma è quando si apre il gas, e si varca soglia 6000 giri, che la Rush si trasforma, sfoderando toni esaltanti che arrivano dal motore, pronto e tremendamente potente, dalle sospensioni che adesso lavorano in modo impeccabile e dal cambio, che alle basse andature mostrava una certa ruvidità, ma che quando si inizia a viaggiare forte non presenta fianco a critiche. Con la Rush snoccioli curve in rapida sequenza, in totale sicurezza facendo sempre affidamento sulla bella stabilità e su un controllo totale derivante dalla buona posizione di guida oltre che da una elettronica ben tarata. Promossi i freni, potenti e ben modulabili.
La MV Agusta Rush si è rivelata, in conclusione, una naked che ama la guida senza compromessi, fatta per regalare emozioni ad ogni manata di gas. A patto, però, di saperci fare con il polso destro.

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