Processo a Maradona e la favola dell'Atalanta

La "Mano de Dios" è da condannare senza indugio oppure può essere assolta come l'ennesima genialità del grande Diego? Maradona a processo nel giorno dei 60 anni. E poi così è nata la super Atalanta, da Provinciale a Grande d'Europa nel segno di Gasperini (e di Gomez, di Ilicic...)
Massimo Grilli
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Un gol di mano e uno seminando via via tutti gli avversari. Concentrare in pochi minuti il massimo della furbizia (illegale) e della genialità calcistica non poteva che riuscire a Diego Armando Maradona, autentico poeta maledetto del calcio moderno. Anche oggi che il grande Diez compie 60 anni siamo qui a interrogarci su quel gesto di 34 anni fa (quarti di finale del mondiale messicano, per gli sbadati o smemorati), su quello sberleffo in faccia all’Inghilterra della Thatcher, a ragionare su quali siano i confini del genio, calcistico o no, e a pensare se davvero esista una etica dell’illegalità. Oppure se, essere il più grande calciatore del momento non imponga invece il dovere di farsi esempio per le generazioni più giovani, esempio positivo naturalmente. Sul tema, qualche anno fa, è stato inscenato in Calabria un processo immaginario ma seguitissimo, durante il “Festival Nazionale di Diritto e Letteratura Città di Palmi”. Nella prima edizione, nel 2014, a finire sotto processo fu proprio Maradona per la “Mano de Dios” (seguirono la stessa sorte negli anni successivi personaggi del calibro di Oscar Wilde e Ponzio Pilato) e quella divertente serata è diventata ora questo libro, che torna a mettere di fronte il Pubblico Ministero, il giornalista Flavio Tranquillo, e la difesa, impersonata dall’avvocato Claudio Botti. A tirare le fila di tutto, il giudice Antonio Salvati. E’ un gustoso botta e risposta tra accusa e difesa, con Tranquillo che chiede il massimo della pena e Botti che prende la difesa del campione argentino, perché «quando la violazione della regola rasenta la genialità per credibilità e destrezza e, soprattutto, quando si è capaci di risarcire immediatamente il danno, realizzando il più bel gol della storia del calcio, non si può condannare, ma neanche processare», fino alla sorprendente sentenza. Un bel modo per celebrare i 60 anni del grande Diego.
DIEGO ARMANDO MARADONA, La Mano de Dios; di Claudio Botti, Flavio Tranquillo e Antonio Salvati; Edizioni Le Lucerne, 79 pagine, 11 euro.

Tornando a giocare sul suo campo anche in Champions League - anche se tristemente privo dei suoi tifosi - l’Atalanta ha scritto contro l’Ajax un’altra pagina importante della sua trasformazione da Provinciale a Grande d’Europa, un nuovo capitolo di quella favola nerazzurra che abbiamo imparato a conoscere e ad ammirare negli ultimi quattro anni. Questo libro ne è la precisa e appassionata ricostruzione, dall’arrivo a Bergamo di Gasperini, vero artefice del miracolo nerazzurro, alla costruzione pezzo dopo pezzo di quel piccolo grande squadrone che ha giocato nelle ultime due stagioni il più bel calcio della serie A, fino a conquistare due terzi posti in campionato e i quarti di finale della Champions League (e ricordiamo bene quanto Gomez e compagni siano arrivati vicini alle semifinali). L’atto di nascita della super Atalanta di Gasperini viene fatto coincidere a furor di popolo con la gara interna con il Napoli, del 2 ottobre 2016. La squadra aveva perso 4 partite delle prime 6, il tecnico era dato già a rischio, quando scelse una squadra giovanissima per sfidare la squadra di Sarri, inserendo i vari Caldara, Conti, Gagliardini, Petagna. Proprio un gol dell’attaccante (che curiosamente oggi gioca nel Napoli) regalò la vittoria all’Atalanta, che conquistò 8 risultati positivi di fila e chiuse il campionato in quarta posizione. Gennari e Riscassi passano in rassegna le recenti trionfali stagioni nerazzurre, dedicano un capitolo al tecnico, elencandone le doti e non dimenticando i suoi lati spigolosi, poi passano a Gomez e Ilicic, autentici uomini squadra, al presidente Percassi, al settore giovanile, ai tifosi, fondamentali in questo spettacolare processo di crescita, senza dimenticare l’importanza delle vittorie della squadra di calcio in una città che ha pagato un prezzo altissimo nella lotta contro il Covid-19. A chiudere, i record dell’Atalanta di Gasperini (sono 40!) e tutti gli uomini del tecnico, i profili cioè dei 71 giocatori - da Ali Adnan a Zukanovic - che hanno giocato a Bergamo, dal 2016 a oggi. Con la prefazione di Roby Facchinetti, che si presenta così: «Sono nato bergamasco, musicista e atalantino».
FAVOLA ATALANTA, Bergamo alla conquista dell’Europa tra sogno e realtà; di Fabio Gennari e Andrea Riscassi; Laurana Editore, 203 pagine, 12,90 euro.


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