Quando il tennis tocca l’anima

John McEnroe - L’impero della perfezione sarà in sala il 6, 7 e 8 maggio, un prezioso documentario che anticipa gli Internazionali di Tennis di Roma.
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Non è un caso che il documentario John McEnroe - L’impero della perfezione inizi con i video didattici di Gil de Kermadec sulla perfezione dei gesti e l’esigenza del rigore dei movimenti nel tennis. Non è un caso perché, negli anni, l’ossessione di De Kermadec si è spinta a tal punto da indurlo a registrare le partite del Roland Garros, accumulando bobine su bobine sugli incontri dei più grandi campioni della storia di questo sport nell’ultimo mezzo secolo.
Non è un caso, perché se c’è un campione peculiare per stile e carattere è proprio John McEnroe, di cui sono analizzati i colpi, quelli con la racchetta e quelli di testa. 

John McEnroe - L’impero della perfezione è il documentario del regista francese Julien Faraut, premiato come il miglior film alla 54° Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. Il motivo è facilmente intuibile: se la scusa è il Roland Garros, in particolare le edizioni 1984 e 1985, l’opera di Faraut è letteralmente un’installazione di arte contemporanea, al cui centro ci sono le linee create nell’aria da uno dei più grandi campioni, o forse sarebbe meglio scrivere artisti, della storia del tennis. 

Dentro il rettangolo di gioco, delimitato dalle linee bianche, c’era un uomo in perenne lotta contro tutto e contro tutti: contro il tempo, di cui tentava di ottenere il controllo, accorciando ogni scambio con un colpo di fantasia, una volée, una palla corta, un servizio dove nessuno poteva arrivare; contro l'avversario da battere; contro il pubblico, mai abbastanza silenzioso e rispettoso del suo sforzo creativo; contro l’arbitro, con cui instaurava una lotta senza quartiere, contestandone ogni decisione, non per avere un indebito vantaggio, ma perché la sua idea della perfezione non poteva essere incrinata dall’operato, mediocre a suo modo di vedere, di un giudice di sedia o di linea. 

John McEnroe - L’impero della perfezione sarà in sala, distribuito da Wanted, il 6, 7 e 8 maggio, ghiotta premessa degli Internazionali di tennis di Roma. Come in ogni dramma che si rispetti, Faraut chiosa con la più bruciante sconfitta di McEnroe, quando la perfezione del tennis “serve and volley” sulla terra battuta si fermò di fronte all’inflessibile e disciplinato gioco di Ivan Lendl, nella finale di Parigi del 1984, uno dei punti di passaggio della storia del tennis. Quel giorno, McEnroe sfiorò la perfezione, ne uscì trasformato per sempre.  


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