Totti e Ilary, le conseguenze dell’amore

Totti e Ilary, le conseguenze dell’amore© EPA
Marco Evangelisti
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ROMA - Non sappiamo nemmeno se i Rolex ticchettano, ci perdonino gli dei e gli appassionati. A leggere le confessioni di Totti sul Corriere della Sera, pare vadano allo stesso ritmo del cuore. La versione di Francesco sul naufragio del matrimonio con Ilary Blasi, celebre conduttrice televisiva, comprende anche questo: «È andata a svuotare le cassette di sicurezza e mi ha portato via la mia collezione di orologi». Comprese garanzie e scatole. «Ci sono alcuni Rolex di grande valore. Sostiene che glieli ho regalati: ma se sono orologi da uomo... è un dispetto».



C’è un che di meccanico, al massimo di elettronico, in questo crepuscolo di un sentimento, fiorito allora in cima alla vertiginosa scalinata della chiesa più vicina al centro del mondo e adesso morente in qualche tenebroso studio legale. Un’ira fredda che si raggruma intorno a ingranaggi preziosi, al cellulare su cui Totti, spiega lui, ha trovato le prove del tradimento della moglie, alle cimici piazzate, dice sempre lui, nella macchina e all’uso del gps «per sapere dove andavo; quando bastava che me lo chiedesse». Come se fosse meglio proiettare i rancori su avatar impalpabili, sostituti artificiali. Come se non riuscissero a prendersela davvero l’uno con l’altra.

Mentre in realtà lo fanno, con tutte le schegge d’astio che gli amori spezzati scagliano intorno. Totti di fatto si proclama innocente, non incolpevole ma innocente: «Avrei dovuto stare di più con lei, da solo. Invece nel weekend organizzavo con gli amici». Però nella sua versione il tradimento parte dalla Blasi. «A settembre dell’anno scorso sono cominciate ad arrivarmi le voci: guarda che Ilary ha un altro. Anzi, più di uno». «Non sono stato io a tradire per primo». Sostiene che la storia con Noemi Bocchi sia cominciata dopo Capodanno e si sia consolidata a marzo, che gli incontri precedenti fossero amichevoli e casuali. Che Francesco e Ilary, come tutte le altre coppie al tramonto, prima si sono negati reciprocamente la verità e poi hanno anche provato a ricucire, ma non fino in fondo. E che dietro alla crisi c’è tanto altro, il lungo addio al calcio durato due anni, dal 2016 al 2017; la morte per Covid di Totti padre nel 2021, la malattia dura dello stesso Francesco. «Mia moglie, quando avevo più bisogno di lei, non c’è stata».

L’abbia scelto lui o glielo abbiano suggerito, Totti ha spalancato i cancelli che danno sul lato oscuro della luna. È stata una sua iniziativa. Adesso non può richiuderli. Ilary Blasi non replica. A suo tempo, assicurò che come sempre avrebbe protetto i suoi tre figli e non vede motivo di mettere in discussione quella linea. Sui social racconta di una visita alla nonna e della bontà della pasta fatta in casa mangiata cruda. La Repubblica avanza l’ipotesi che uno di questi giorni possa partecipare alla trasmissione Verissimo dell’amica Silvia Toffanin e rivelare cose che potrebbero rovinare una cinquantina di famiglie. Per il momento la strategia legale non cambia, fa sapere il suo avvocato Alessandro Simeone.

Insomma, parlano gli altri. Ciascuno trascinato dai propri angeli e dai propri demoni. In ordine sparso abbiamo letto il regista Gabriele Muccino accusare l’avvocata di Totti, con la quale ebbe a che fare, questa rispondere sprezzante, Selvaggia Lucarelli intervenire a penna tesa su Totti. Per fortuna sono faccende private che non interessano a nessuno, assicurano i moralisti a trazione intellettuale. Invece interessano perché sono esattamente le vicende che ingoiano la vita di ciascuno di noi: la rabbia che ti strappa via le lacrime, la sensazione d’impotenza che ti stritola l’anima, l’impossibilità d’immaginarti in un domani che di colpo è avvolto da una nebbia nera. Può capitare, anzi, capita a chiunque e non importa che non si abbiano Rolex in cassaforte, case principesche da contendersi e neppure figli da proteggere. Non importa neppure chi abbia torto e chi ragione. Dove sono tutti? Non ci sono. Siamo soli.


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