Clima teso in Red Bull: i motivi del fastidio di Verstappen
Nella cucina della Red Bull non è un problema se cadono tutte le stoviglie: l’importante è che ai fornelli ci sia Chef Max. L’ultima mossa, promuovere Yuki Tsunoda nel team di riferimento retrocedendo Liam Lawson in Racing Bulls, vorrebbe e potrebbe sortire effetti positivi, ma ha scontentato tutti a eccezione del pilota giapponese, cui certamente piace l’idea di correre con la macchina-capogruppo davanti all’entusiasmo pirotecnico e fanciullesco della sua gente.
Red Bull, clima teso dopo l'ultimo scambio
Avanzano più domande in un sol colpo: perché Tsunoda in Red Bull adesso e non alla fine del 2024, come scelta consapevole per l’intera stagione? Perché stroncare il promettente Lawson dopo due soli GP? Perché scontentare lo stesso Verstappen, fin dall’inizio mai d’accordo su questo scambio? Perché a suo tempo pagare a Sergio Perez un anno di salario – 20 milioni a occhio e croce – per rompere il contratto e tenerlo a casa a giocare con i quattro figli, senza considerare come i superpoteri di Max coprissero ogni magagna della vettura falsando le valutazioni sul suo compagno? L’unica soluzione a tutti questi dubbi potrebbe darla (da) oggi Tsunoda, aggirandosi nei pressi del compagno sulla lista dei tempi. Lo stesso Christian Horner ha ammesso «Forse abbiamo spostato questi giovani troppo presto in Red Bull», come a prendere le distanze dalle perplessità di Marko e degli ingegneri nei confronti di Lawson.
Verstappen difende Lawson: "Il problema è la macchina"
Per intanto, non si può dire che il clima in squadra ne abbia guadagnato. Verstappen (che aveva messo un “mi piace” a un post social nel quale l’ex pilota Giedo van der Garde aveva parlato di «bullismo» nei confronti di Lawson) continua a dissentire: «Ho messo un like a quel messaggio, a volte lo si fa per errore ma non è stato questo il caso. Hanno dato a Liam due gare di tempo, ma non bisogna dimenticare i sacrifici che vengono fatti per costruire una carriera; ricordo bene le mie lacrime e il mio sangue per approdare in Formula 1, e per avere un top-team. È vero, Liam non è andato bene nelle prime due gare, ma solo lui sa il perché: gli auguro tutta la forza e il coraggio per correre a Suzuka, creda in sé stesso, tenga la testa alta e dimostri che [quelli della Red Bull] si sbagliano. Il nostro vero problema era e rimane la macchina».
Tsunoda ostile, Lawson scosso e Perez sul mercato
Se Verstappen è incavolato, Tsunoda è ostile: «Dovessi fare fatica non chiederei comunque a lui (riferito a Max, ndr), perché difficilmente mi direbbe la verità. Scoprirò io stesso come sta guidando con gli ingegneri, con i dati e le riprese on-board. Intanto sono stato ben informato sulle caratteristiche della RB21 che danno meno fiducia ai piloti, e le ho già in testa». E Lawson è scosso: «È stato uno choc, non una cosa che mi aspettavo. Le stesse discussioni che avevamo avuto non mi sembrava andassero in questa direzione. Comunque: non mi hanno dato il tempo di adattarmi alla macchina». E Isack Hadjar (incocciato in un marciapiede nel corso di un’esibizione a Tokyo) è il franco francese: «Mi chiamassero dalla Red Bull direi che sono pronto, anche se non è vero». E Checo Perez è a casa con i pop-corn e un rinato potere contrattuale per tornare sul mercato: «Mi sono dato sei mesi per valutare le opzioni, poi sarà il momento di prendere una decisione». Il messicano potrebbe essere preso dall’americana Cadillac in arrivo nel 2026 (ma non ditelo a Trump).
