Red Bull chiama la FIA, sgambetto alla Ferrari

Via le protezioni al fondo: Rosse costrette ad alzare le vetture. Subbuglio a tre GP dalla fine, cambiano una regola tecnica e l’arbitro
Red Bull chiama la FIA, sgambetto alla Ferrari© EPA
Fulvio Solms
4 min

Laddove il tempo è unica e inappellabile unità di misura, anche la tempistica dovrebbe avere una sua rilevanza. Invece a tre GP dalla fine, con il titolo piloti quasi assegnato e la volata per il costruttori alle battute decisive, cambia l’arbitro – ne trattiamo a parte – mentre una direttiva tecnica FIA costringe alcune squadre a rivedere in un istante gli assetti delle monoposto.

Red Bull, sgambetto alla Ferrari

L’ultima riguarda il fondo, chiave di volta per ottenere l’effetto suolo. L’ha scoperta la tedesca Auto Motor und Sport, e qui proviamo a dirla facile: la FIA ha vietato l’uso di piastre protettive poste sul fondo e che consentono di girare con un assetto particolarmente basso – a vantaggio appunto dell’effetto solo – senza consumare (oltre il millimetro consentito sui dieci di spessore) il pattino sotto alla vettura. Non si tratta di una supercazzola tecnica, ma dell’usura che costò la squalifica a Lewis Hamilton e Charles Leclerc ad Austin nel 2023, dov’erano arrivati rispettivamente secondo e sesto. Le squadre colpite dalla misura sarebbero quattro o cinque tra cui Ferrari, Mercedes e Haas. Non la McLaren, e la manina che ha bussato sulla spalla della FIA per richiamare l’attenzione al dettaglio sarebbe della Red Bull.

Ferrari, cosa cambia con la modifica al fondo

Lo sgambetto dovrebbe – al condizionale, ché qui spesso nulla è come sembra – portare benefici alla stessa Red Bull, ancora in corsa per il Mondiale costruttori ma tesa innanzi tutto a togliere il secondo posto alla Ferrari (+13 su bibitari), nonché alla consorella Racing Bulls impegnata in un testa a testa di centro-classifica con la Haas, accesasi negli ultimi GP. Chi monta queste protezioni dovrà toglierle, dunque, e andrà più soggetto al consumo del pattino. Per evitare la squalifica dovrà alzare le vetture, ma una variazione anche di pochi millimetri potrebbe intaccare le prestazioni. Due team tra cui la Ferrari avrebbero chiesto alla FIA di spostare tutto al GP Qatar, ma l’istanza è stata respinta. Vedremo cosa accadrà in pista nelle notti peccaminose di Las Vegas, con sviluppi sempre in controtempo rispetto al fuso orario italiano: le prime libere si sono svolte nella notte e alla nostra alba, mentre le qualifiche sono fissate domani alle nostre ore 7.

Hamilton e Sainz preparano i rispettivi addii

La volata per il titolo costruttori entra nel rush finale (McLaren favorita, Ferrari a 36 punti e Red Bull a 49), mentre Max Verstappen ha il primo match-ball per il quarto titolo di fila. A margine delle grandi manovre, Lewis Hamilton ha confessato il momento di sconforto vissuto alla fine del GP del Brasile, disastroso per lui (10º nel GP, dopo il 14º nella Sprint): avrebbe voluto non risalire più sulla Mercedes, che lascerà a fine anno. «Se questa è l’ultima volta è un peccato che non sia stato fantastico, ma vi sono comunque grato», aveva detto via radio al box. E ieri: «Sì, è così così che mi sentivo in quel momento. Non avrei voluto tornare dopo quel weekend, ma penso sia naturale. Comunque ora sono qui, mi sento forte e darò assolutamente tutto nelle ultime gare». Un altro che lo farà è Carlos Sainz, in preparazione al doloroso congedo dalla Rossa: «Sarò un pilota Ferrari fino all’ultima curva dell’ultima gara». Non ne abbiamo dubbi.

Norris e Piastri, la situazione

Se c’è una bandiera bianca è quella alzata da Lando Norris, che per il titolo piloti è tenuto in gioco ormai solo dalla matematica. Meno 62 punti su 86 a disposizione sono una parete nord dell’Eiger da salire a mani nude, e Lando non può più neanche contare su una mansuetudine indotta di Oscar Piastri. «Affronterò le ultime gare cercando di vincere» ha garantito l’australiano, che potrà così dare la stura alle prove generali di leadership per il 2025.


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