Mossa Ferrari, la Rossa fa una magia

Dopo la pole di Sainz, sfiorata una prima fila tutta del Cavallino, con Russell inseritosi davanti a Leclerc (3º) per 7 millesimi
Fulvio Solms
5 min

La mossa del Cavallino spettò a Gerhard Berger, che a Monza nel 1988 impedì alla McLaren di prendersi tutte le vittorie della stagione. Oggi a trentacinque anni di distanza, clamorosamente, la stessa possibilità ce l’ha Carlos Sainz nei confronti della Red Bull perché ieri sono successe cose impossibili, una di quelle delizie che solo la magia dello sport sa regalare.

Ottimismo

La Ferrari con questa SF-23 squinternata temeva Singapore: s’era presentata con un ottimismo di maniera, ma conscia che su quelle curve come i tubi a gomito di Supermario l’aerodinamica avrebbe premiato l’imbattibile Red Bull. E invece: Rosse velocissime ed efficienti da subito, appena scese in pista, irrefrenabili in tutte e tre le sessioni di prove libere, e poi in Q2 e infine in Q3 (Q1 non fa testo spezzata dall’incidente di Stroll, fortunatamente devastante solo per la vettura). E in pole c’è ancora Carlos Sainz, come due domeniche fa a Monza. «Bravo @CarlosSainz55 sei un vero fenomeno», l’ha premiato Mario Andretti sui social.

Doppia ammonizione

La Red Bull che orbita in altre galassie guardava a Singapore come all’ennesima pallina da spostare sul pallottoliere: l’undicesima vittoria di fila per Max Verstappen, la quindicesima su quindici per la squadra. Non che sia impossibile, ma altamente improbabile sì: tutto s’è tremendamente complicato con l’introduzione di un nuovo fondo su una delle piste più saltellanti del mondo. Sicché le Red Bull sono rimaste escluse dalla Q3 come non accadeva da cinque anni (GP di Russia 2018). C’era addirittura il rischio che Verstappen neanche partisse undicesimo, ma più indietro per due penalità incombenti, ma è stato beneficato con il buffetto di una doppia ammonizione.

Ce l'abbiamo!

Dunque Ferrari ringalluzzita e Carlitos ancora una volta a suo agio su una macchina imprecisa nell’anteriore, ciò che Charles Leclerc detesta. Tutto fatto bene finora, con Sainz che sulla pole ha trasformato in rito lo scambio via radio di Monza: per due volte al suo ingegnere «Dimmi che ce l’abbiamo!», e Riccardo Adami «Sì, ce l’abbiamo!». Il resto è da scrivere, con George Russell si è preso la prima fila, strappandola a Leclerc per sette millesimi (Charles ha pagato una sbavatura all’uscita della penultima curva). Per i numerologi: sette millesimi sono l’identico margine con cui l’imberbe Liam Lawson aveva messo fuori Verstappen in Q2.

Danno estetico

La mancata prima fila tutta Ferrari costituisce un danno estetico, ché il rosso in Formula 1 dona sempre, ma mica è detto sia stata un male. Certo quando hai due piloti davanti puoi organizzare meglio la partenza, studiare qualche tattica a tavolino, ma oggi né Sainz né Leclerc sono disposti a cedere un centimetro di asfalto al compagno-rivale, pur senza sconfinare dal senso di responsabilità.

Candidato Russell

Per quello che s’è visto con il passo-gara delle varie macchine, la Mercedes potrebbe ambire a vincere e ha George Russell in prima fila, mentre sarebbe più difficile per la McLaren di Norris quarta, e per Hamilton in terza fila. Citazione d’onore per le Haas-Ferrari in terza e quinta. «Come a Monza sono riuscito a mantenere la concentrazione e a mettere insieme i pezzi del giro - ha detto Sainz - C’è stata confusione un po’ per tutti, ma alla fine è la storia di questa stagione per noi: siamo in grado di fare un buon giro secco e andiamo bene quando le curve sono corte, come qui. Il passo gara è un’incognita ma io darò tutto per vincere, come a Monza». Perplesso Leclerc: «Dopo la pausa estiva sto faticando un po’, la macchina è sottosterzante e poco prevedibile, e questo limita la mia fiducia». Giammai quella del popolo ferrarista.


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