Apex Legends si conferma l'unico battle royale occidentale capace di essere un vero prodotto eSportivo. Le Apex Legends Global Series ne sono l'esempio lampante e dopo aver assistito a cinque giorni di competizioni dal vivo in un'arena con un gigantesco palco a due piani, siamo qui per raccontarvi le emozioni, il meta, i campioni e, soprattutto, il futuro competitivo di questo battle royale.
Il formato non è più un problema
Il primo problema che l'ALGS doveva risolvere per il suo grande ritorno dal vivo (dopo lo stop causato dal Covid) era quello del formato e su questo fronte la missione è stata raggiunta: "inizialmente" ci ha detto il commissioner delle ALGS John Nelson "le competizioni erano composte solo da una serie di match con ciascun piazzamento che dava un tot di punti. Vinceva chi ne aveva di più ma questo portava a finali molto anti-climatici in cui i caster dicevano “i manager sono nel retro a contare i punti, vi faremo sapere a breve chi ha vinto!”. Per questo abbiamo creato il formato matchpoint: ora i team competono prima in gironi, poi in round a eliminazione diretta e infine, la domenica, viene incoronata campionessa del mondo quella squadra che tra le 20 rimaste vince una partita dopo aver raggiunto i 50 punti”.
Un altro problema competitivo che i Battle Royale affrontano di continuo è la spettacolarità: è molto complesso organizzare strutture capaci di ospitare dal vivo il numero di giocatori che richiede una partita competitiva di questa modalità. L'ALGS ha risolto anche questo problema: il suo palco era alto due piani con 10 team da tre giocatori ciascuno a quello inferiore e altrettanti a quello superiore. Sessanta eAtleti hanno gareggiato contemporaneamente in ogni partita e l'intera manifestazione ne ha visti più di 120 calcare il palco: uno spettacolo che si vede davvero raramente. I Battle royale, infatti, sono una delle pochissime manifestazioni esportive dove i fan di decine di team si trovano nella stessa platea: un ottimo modo per garantirsi il tutto esaurito.
Il meta e i campioni
Il meta a cui abbiamo assistito aveva una piacevolissima assenza di Seer, un fattore che molti giocatori hanno detto essere stato la chiave di volta del loro divertimento. Senza dubbio la leggenda più giocata è stata Catalyst il cui muro di ferrofluido ha dettato il risultato di molte battaglie nel cerchio finale. Subito dopo di lei abbiamo visto tantissima Bangalore che con la sua granata fumogena ha reso decine di rianimazioni possibili. Poi il classico Bloodhound, un pizzico di Wattson (di cui c'era una legione di cosplayer), molta Horizon e, nelle parole di Eric Canavese, lead designer delle armi di Apex "l’aggiunta di uno strumento come le Evac Towers ha portato tanto divertimento sia tra pro sia tra i casual…… e ha tolto un po’ di Valkyrie!”.
Dopo giorni di eliminazioni, salvataggi, giocate in solitaria e retake impossibili, la finale ha visto i 20 migliori team del mondo di Apex Legends darsi battaglia per il titolo mondiale. Ascend, Iron Blood Gaming, Pulverex, Enter Force.36, Element Six, Moist Esports, TSM, Alliance, Start a Fight (SAF) dal Brasile, Realize, LG Chivas, DreamFire, Pioneers, The Dojo, BLVKHVND, Oxygen Esports, Optic Gaming, FaZe Clan, NRG e MDY White si sono scontrati in otto partite su World's Edge e Stormpoint per decretare chi si sarebbe portato a casa 600mila dollari (i primi classificati), chi 320mila (i secondi) e chi 210mila (i terzi).
Una finale esplosiva
Il primo final circle ha visto gli Optic Gaming cancellare i FaZe Clan in modo magistrale. A emergere vincitori dalla seconda partita, invece, sono stati i Dreamfire, un team cinese che si è imposto in parecchi match nel corso delle qualificazioni. Il terzo game è andato agli Optic, il quarto agli NRG e il quinto agli LG Chivas. Il sesto game è andato ai TSM, protagonisti di una storia di ripresa in questo torneo veramente emozionante. Alla settima partita erano in match point gli Optic, i FaZe, gli LG Chivas, i DreamFire e i BLVKHVND ma a prendersi la vittoria e una posizione da Match Point, però, sono stati i TSM. L'ottava e ultima partita ha visto i TSM eliminare quasi uno per uno tutti i loro concorrenti in match point per poi affrontare i SAF in un bellissimo scontro tre contro tre che, però, poteva finire in un solo modo: con la vittoria del Team Solo Mid e la loro incoronazione a campioni del mondo. Campioni nordamericani e ora campioni del mondo dopo aver percorso controcorrente tutto il torneo e dopo aver vinto tre partite di battle royale di fila, un record per una finale delle ALGS.
A giudicare dall'entusiasmo dei fan, dalla contentezza dei giocatori e dai sorrisi degli organizzatori, possiamo considerare questa finale delle ALGS Year 3 un successo. La viewership su Twitch non è stata da record ma se EA, come ci ha detto il commissioner Nelson, "vuole continuare a far crescere questo evento per trasformarlo nel più grande festival al mondo", allora questa finale è un passo nella giusta direzione. All'evento i fan hanno ricevuto tanti gadget gratuiti, potevano vincere del merchandise esclusivo e i team hanno potuto monetizzare la loro presenza oltre il montepremi con degli stand dove fare giveaway e vendere il loro merch. Le grassroots sono supportate i fan sono contenti e i team stanno in piedi investendo su Apex: quando tutte le parti coinvolte sono contente un esport diventa veramente sostenibile e in un anno incerto come il 2023 vedere un battle royale stare così bene ci fa ben sperare per tutto il settore.