La storia dei The Game Awards

L’evento del giornalista canadese Geoff Keighley tenutosi a Los Angeles l’8 dicembre ha premiato il titolo di Miyazaki come “Gioco dell’anno”.
La storia dei The Game Awards
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Geoff Keighley forse non passerà alla storia per le sue idee innovative ma è comunque diventato un punto fermo dell’industria del gaming mondiale. Come? Applicando il format degli “Oscar”, con varie nomination divise per categorie, al mondo del gaming con lo show “The Game Awards”.

Il gaming in Tv

Nato a Toronto, già da bambino ha respirato aria di statuette a casa: i suoi genitori erano dirigenti della popolare IMAX e membri dell’Academy of Motion Picture Arts and Science, cioè l’organizzazione professionale che sostiene l’industria cinematografica americana nota in tutto il mondo per l’assegnazione dei premi Oscar. Dopo aver mosso i primi passi con un blog chiamato GameSlice, Keighley è diventato il volto di “GameTrailers”: uno dei primi esperimenti di televisione legato ai videogiochi in onda su Spike TV negli Stati Uniti. Il canale dal 2003 cominciò a distribuire i propri premi annuali durante lo show “Spike VideoGame Awards” che dal 2006 sarà condotto e coprodotto proprio da Keighley.

La nascita dei TGA

Il divorzio tra la rete e il conduttore avverrà nel 2013 per divergenze creative: l’anno successivo quindi nascono i The Game Awards come li conosciamo oggi. Il premio è diventato una bussola per non farsi sfuggire i titoli più meritevoli dell’anno, un po’ come il Pallone d’Oro di France Football dove in nomination troviamo sempre i calciatori più incisivi dell’anno tutti in lizza per un unico premio.

I premi

L’edizione 2022, organizzata al Microsoft Theater di Los Angeles, ha visto trionfare Elden Ring con 4 premi tra cui Game of The Year, Best Game Direction, Best Art Direction e Best Role Playing game. Il primo gioco della serie “souls” a dotarsi di un “open world” esplorabile dal giocatore a piacimento è stato pluri celebrato dal pubblico e osannato dalla critica; ogni altro risultato ai The Game Awards sarebbe stato ingiusto. God of War Ragnarock però ha affrontato il rivale come Kratos affronterebbe un nemico all’interno del gioco: senza risparmarsi. Le statuette portate a casa dal titolo Santa Monica Studio (esclusiva Playstation) sono state ben 6, tra cui spicca sicuramente quella di “Best Narrative”. Molto bello lo scambio di tweet successivo tra gli account ufficiali: i programmatori si sono complimentati vicendevolmente lasciando ai fan più accaniti i litigi da bar su quale titolo meritasse di più i vari premi.

Valorant domina nell’esports

Nel comparto esports ha invece trionfato Riot Games che ha conquistato cinque premi su cinque, quattro per Valorant (Best Player, Best Coach, Best Team e Best Esports Game) e uno per League of Legends, premiato per il miglior evento esports dell’anno con i World Championship 2022. Riot Games ha anche vinto il premio come Best Adaptation per la realizzazione di un film o serie Tv da un videogioco con il fenomeno Arcane.

Il fuori programma

Durante lo show, visto e commentato da milioni di persone su Twitch, non è mancato anche un fuori programma che ha mandato “Bill Clinton” in tendenza su Twitter: durante il discorso di Miyazaki con la statuetta di Game of The Year in mano, un giovane intruso ha blaterato al microfono qualcosa relativamente all’ex presidente americano ed è stato portato via dalla sicurezza. Fossimo stati in un videogioco si sarebbe parlato di easter egg, un incontro inaspettato piazzato a sorpresa dai programmatori nel codice.


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