Trifole, intervista al regista Gabriele Fabbro

Il film arriva in sala il 17 ottobre distribuito da Officine UBU.
Trifole, intervista al regista Gabriele Fabbro
2 min

Trifole è un drama-adventure dal respiro internazionale ambientato nelle Langhe, la terra del Tartufo Bianco d’Alba. È la storia di un ricongiungimento familiare e della riscoperta delle proprie radici, che vede come protagonisti il cercatore di tartufi, il trifulau Igor (Umberto Orsini) con la sua cagnolina Birba e la giovane nipote Dalia (Ydalie Turk, attrice e co-autrice del film), che da Londra arriva nelle Langhe su richiesta della madre Marta (Margherita Buy), per assistere il nonno che si trova in difficoltà economiche e di salute. Il film arriverà nei cinema italiani a partire dal 17 ottobre con Officine UBU.

Per il regista, Gabriele Fabbro al suo secondo lungometraggio, è anche una questione personale, in quanto, nel film, riversa molto anche della sua storia personale, anche se trasfigurata e rivista al servizio del film: "Ho scelto di raccontare anche questo nel film per il rapporto con mio nonno. Lui aveva il Parkinson e nei dieci anni in cui è stato malato abbiamo smesso pian piano di comunicare. Io sono cresciuto stando con lui ma non mi sono mai interessato a quello che era stato lui nella sua vita. Quando le nostre comunicazioni per cause di forza maggiore si sono interrotte, ho cominciato a interessarmi, a parlare con la nonna, mi sono incuriosito e per questo ho raccontato una storia simile nel film."

Un film sensoriale, che racconta anche di odori, sapori e tempi lenti:“Io lavoro sempre con Brandon Lattman con cui ormai porto avanti un vero e proprio matrimonio professionale. L’approccio visivo è nato principalmente da lui, è venuto nelle Langhe, e vedendo questo mondo molto statico ha pensato che la macchina dovesse far vedere anche il rigore, la calma del posto. Ottenere quel tipo di luce poi era importantissimo, perché volevamo che fosse tutto inerente alla nostra idea di ambientazione. Volevamo provare a rendere tutto il più sensoriale possibile.”

L'intervista completa su Cinefilos.it

 


© RIPRODUZIONE RISERVATA