E' morto Donald Sutherland: lutto nel mondo del cinema. L'annuncio del figlio Kiefer

L'attore statuinitense è stato uno dei più influenti negli anni '70. Ha vinto il premio Oscar alla carriera nel 2018
E' morto Donald Sutherland: lutto nel mondo del cinema. L'annuncio del figlio Kiefer© ANSA
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Lutto nel mondo del cinema. Si è spento all'età di 88 anni la leggenda del cinema americano Donald Sutherland. A dare l'annuncio è stato il figlio Kiefer con un messaggio su X: "Con il cuore pieno di dolore vi annuncio che mio padre, Donald Sutherland, è morto. Lo ritengo uno degli attori più importanti della storia del cinema a prescindere dal ruolo che interpretava, sia esso buono o cattivo. Amava ciò che faceva e faceva ciò che amava, e non si può chiedere di più dalla vita. Una vita ben vissuta".

La carriera di Donald Sutherland

Donald Sutherland è stato uno dei più influenti attori del cinema americano degli anni '70. Ha esordito nel 1964 in un horror italiano (Il castello dei morti vivi). Attore versatile e capace di interpretare con la stessa intensità e profondità sia personaggi buoni che cattivi in film comici e drammatici. L'attore è stato insignito dell'Oscar alla carriera nel 2018.

Nato a Saint John, New Brunswick (Canada), il 17 luglio 1935, Donald Sutherland è cresciuto nella piccola città di Bridgewater, in Nuova Scozia, dove a quattordici anni ha iniziato a lavorare come deejay. L’attore ha scoperto la sua passione per il teatro mentre frequentava la Facoltà d'Ingegneria dell'Università di Toronto e ha tentato, senza successo, d'iscriversi alla London Academy of Music and Dramatic Art.

Tra le sue interpretazioni più famose ricordiamo quella di Vernon L. Pinkley in Quella sporca dozzina (1967), quella dell'ufficiale medico Benjamin Franklin 'Hawkeye' Pierce nel film di Robert Altman MASH (1970), ambientato durante la guerra in Corea. Nel 1971 è con Jane Fonda nel noir di Alan J. Pakula Una squillo per l'ispettore Klute e nel 1973 è John Baxter in A Venezia un dicembre rosso shocking, diretto da Nicolas Roeg.


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