Stronger: Gyllenhaal è da Oscar

Il film di David Gordon Green racconta la storia di Jeff Bauman, 27enne ferito nell'attentato durante la maratona di Boston
Stronger: Gyllenhaal è da Oscar© LaPresse
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ROMA - Jake Gyllenhaal prenota l'Oscar con la sua performance in Stronger, presentato alla Festa del Cinema di Roma. Il film, diretto da David Gordon Green, si regge tutto sulle spalle dell'attore, che si cala completamente nella parte del protagonista della storia (vera).

LA TRAMA - Jake Gyllenhaal interpreta Jeff Bauman, un 27enne che era alla maratona di Boston per provare a riconquistare l’amore della sua ex-ragazza Erin (Tatiana Maslany). È lì al traguardo ad aspettarla quando le bombe esplodono, provocandogli la perdita di entrambe le gambe. Dopo aver ripreso conoscenza in ospedale, Jeff aiuterà la polizia ad identificare uno degli attentatori, ma la sua battaglia personale è soltanto all’inizio. Dovrà affrontare lunghi mesi di riabilitazione fisica ed emotiva, trovando in se stesso e nell’instancabile supporto di Erin e della sua famiglia, la forza per reagire.

IL CORAGGIO - Il film è il racconto della storia personale, più che pubblica, di Jeff Baumann. Un percorso difficile, sia a livello fisico (la riabilitazione) che a livello sociale. L'attentato e le sue conseguenze, anche quelle apparentemente positive come l'essere considerato un eroe, stravolgono la vita di Jeff. Mettono alla prova la sua forza interiore e i legami familiari e sentimentali. Il film è però anche la storia della forza di un uomo che, con i suoi alti e bassi, riesce a superare le difficoltà. Fino a lancio (riuscito) di quella pallina nello stadio dei Red Sox, la squadra di baseball americano per cui fa il tifo, quando testimonia al mondo che tutti possono farcela.

COMMOVENTE -Difficile rimanere indifferenti di fronte alle prove che Jeff ha dovuto superare. Il film fa il suo nel mantenere un equilibrio narrativo e dei sentimenti. E poi c'è Gyllenhall, perfettamente dentro il personaggio, la cui prova vale davvero il prezzo del biglietto.


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