Vincitore del IQOS Innovation Award, il riconoscimento alla carriera dell’Ischia Film Festival XV, John Turturro è stato il protagonista di una intensa mattinata, nell’ambito della manifestazione cinematografica, durante la quale ha parlato di cinema, attori, libertà e musica.
Ma la presenza di Turturro a Ischia si deve a un atto di coraggio del co-direttore artistico del Festival, Michelangelo Messina, che tra l’incoscienza e la temerarietà si è presentato, inatteso, a casa del regista e attore, il 26 dicembre scorso, con un invito alla mano e una speranza nel cuore. Per fortuna, John ha detto sì. Il premio assegnatogli ha una doppia valenza: da una parte c’è l’ovvio riconoscimento alla carriera, dall’altra, come ci tiene a sottolineare l’altro direttore del IFF, Boris Sollazzo, c’è la capacità mutevole di Turturro di adattarsi e rinnovarsi, lo sguardo al futuro che è identificativo del riconoscimento in questione.
Dal canto suo, l’attore di Brooklyn ha ricambiato la stima e la fiducia, partecipando con generosità e con la consueta intelligenza alle attività del Festival.
“Sono molto felice di essere qui. È la mia prima volta a Ischia, sono stato a Napoli, ho lavorato lì, ho visitato Capri e Procida. Non ero mai stato qui.” Chiaramente stregato dalla bellezza dell’isola ipotizza la preparazione di un film ambientato in queste location: “C’è bisogno di tempo per andare oltre il primo amore che ti ispira un posto del generre. Se dovessi fare un film qui penso che mi trasferirei per un po’ e cercherei di capire e imparare, esplorare con umiltà e curiosità, per non restituire un’immagine da turista del luogo.”
Questo IQOS Innovation Award premia la carriera, ma ci sono rimpianti nel corso degli anni, qualcosa che avrebbe voluto fare e non è riuscito a fare?
“No. Non puoi controllare tutto ciò che ti succede, ma puoi cercare di fare al meglio i lavori disponibili e provare a reinventarsi ogni volta. È quello che ho provato a fare ed è il patto con il circo dello spettacolo.”
Immaginiamo che si faccia un ‘best of’ dei suoi film e della sua carriera, quale film sceglierebbe di mettere?
“Non tutto quello che faccio ha funzionato, ma ci sono un po’ di film di cui mi sento orgoglioso, e altri no. Sono molto contento delle esperienze con Francesco Rosi, con Nanni Moretti, il film Passione. Poi ci sono i film con i Fratelli Coen, con Spike Lee.”
Per i Coen, tra le altre cose, Turturro ha costruito il personaggio di Jesus Quintana. Come procede la produzione del film dedicato al personaggio?
“Il personaggio non nasce con il film Fratelli Coen, ma da un’opera teatrale che era tanto piaciuta ai due da spingerli a utilizzare il personaggio. Io adesso ne ho acquistato i diritti ed è stato molto difficile. Ma il film non avrà niente a che vedere con Il Grande Lebowski tranne magari la presenza delle palle da bowling. In realtà però il riferimento è di un vecchio film di un regista francese, Bertrand Blier, con Gérard Depardieu e Jeanne Moreau. Ho molto amato questa storia e mi sono ispirata al libro e al film, anche se i miei personaggio sono più vecchi e la storia è sempre la stessa, ovvero ci sono gli uomini che non riusciranno mai a capire quello che c’è nella testa delle donne. Il film potrebbe arrivare a Toronto e poi a Venezia. Il film è pronto e lo spirito sarà lo stesso rispetto a quello dei Fratelli Coen, ma quello era molto trasgressivo, si parlave di libertà, di sesso. Questo è leggermente diverso. Nel film ci sarò io, Bobby Cannavale, Ausdrey Tautou, Sonia Braga, Susan Sarandon e Christopher Walken in una piccola parte.”
Su Cinefilos.it potete leggere l'intervista completa a John Turturro.