Rispetto all’Europeo non è cambiata solo l’Italia, ed è cambiata tanto davvero, ma sembrava diversa anche l’aria che le gira intorno. Già, sembrava... Eravamo famosi per i gol-lampo dentro la nostra porta, l’ultimo di Barcola con la Francia, stavolta il gol in un minuto lo abbiamo fatto noi, in fondo a un’azione che si è chiusa con 5 azzurri in area del Belgio, nonostante il ribaltamento di fronte fosse stato rapidissimo. Modulo azzurro 3-6-1 (Pellegrini faceva il centrocampista, prima che gli si chiudesse la vena come un tempo capitava al suo ex allenatore De Rossi), ma quando partivamo in attacco intorno a Retegui c’era mezza squadra. Una pioggia di meteoriti sulla povera difesa belga. L’Italia era bella, forte e soprattutto logica, quella logica che era stata smarrita all’Europeo. Il deficit tecnico e tattico del Belgio ci ha favorito, le assenze di De Bruyne e Lukaku pesavano tanto e Dimarco marcato da Doku era da ridere. Non a caso l’esterno interista era imprendibile, come si è visto in occasione di tutt’e due i gol, soprattutto del secondo con lo splendido cambio gioco, da sinistra a destra per Cambiaso.
E anche in quell’azione dentro l’area c’era mezza Nazionale. Avevamo la partita in mano, stavamo giocando un calcio molto nostro, molto vero, un bel calcio, la guida di personalità di Ricci, le accelerazioni di Tonali, il gol di Retegui dopo quello di Cambiaso e soprattutto l’arrembaggio continuo di Dimarco. Dietro tenevano così bene che Openda era inghiottito da Bastoni e Di Lorenzo, come De Ketelaere, lui proprio mai pervenuto. Ma si vede che l’Olimpico non è più lo stadio amico di Lorenzo Pellegrini. Mentre Bastoni stava per iniziare l’azione dal basso cercando Pellegrini, il ct ha intuito il pericolo (Theate) e ha urlato all’interista di lanciare lungo su Retegui. Niente da fare, la palla è arrivata a Theate e Pellegrini ha combinato il pasticcio, col rosso decretato dal Var per il brutto fallo sull’ex bolognese, e su quella stessa punizione è arrivato anche il 2-1 del Belgio.
Dai fischi all’espulsione, questo è oggi l’Olimpico di Pellegrini. Così quell’aria che sembrava finalmente spingerci si è improvvisamente dissolta e sulla testa degli azzurri è arrivata la nuvoletta di Fantozzi. L’Italia era troppo bella, troppo forte, troppo logica perché potesse continuare così... Poi c’è stato solo cuore, solo temperamento, solo coraggio. Non era facile reggere l’urto di una squadra che stava attaccando sulla scia dell’uomo in più e del gol segnato verso la fine del primo tempo. Quando Trossard ha pareggiato, l’Italia dell’Europeo sarebbe probabilmente franata. Questa ha retto con una forza da leone e un orgoglio spaventoso. Dovevamo conservare il 2-2 perché così avremmo conservato il primo posto in classifica, alla vigilia della partita con l’ultima, Israele. È stata una resistenza a oltranza, loro attaccavano invadendo la nostra metà campo, noi ogni tanto cercavamo di ripartire anche solo per allentare la tensione della fase difensiva. Spalletti non si è fatto intimorire e ha fatto debuttare il giovane Pisilli nel suo stadio. Ne aveva di coraggio il ct e con lui la sua squadra, tantoché Frattesi proprio nel finale poteva realizzare l’impresa. Questo è un pareggio che vale tanto soprattutto per come è stato conquistato.