De Cat, il bambino d’oro dell’Anderlecht
Studia matematica e storia. Arriva al campo con lo zaino sulle spalle. Libri e pallone. Nathan De Cat trascorre le sue mattine tra i banchi della scuola, frequenta il college dell’Anderlecht. Poi, terminate le lezioni, si concentra sul calcio e sugli schemi. Ha sedici anni, è un mediano-regista e viene considerato uno dei giovani più promettenti in Belgio. Il 20 febbraio ha esordito in Europa League durante la sfida terminata 2-2 con il Fenerbahçe di José Mourinho. Otto minuti in vetrina, un premio ricevuto dal tecnico David Hubert. Maglia numero 74, un impatto dolce. Ha gestito con personalità una serie di palloni, dimostrando visione di gioco e geometrie.
Contratto senza clausole
È nato il 19 luglio del 2008 a Vilvoorde. È un destro naturale. Ordine, ritmo, passaggi filtranti, lanci con il contagiri. Nella scorsa estate, i dirigenti gli hanno fatto firmare il primo contratto da professionista. Accordo per tre anni, senza clausole. De Cat è la nuova espressione del settore giovanile dell’Anderlecht, che investe ogni anno circa 2,5 milioni sul vivaio.
I suoi maestri
Si è messo in luce nel Belgio Under 17 di David Penneman e ora nell’Under 19 di Jonathan Alves. David Hubert lo fa allenare spesso con la prima squadra. Un inserimento graduale, nel tentativo di fargli capire il mondo del professionismo senza pressioni e traumi. A valorizzarlo è stato anche Jelle Coen, che guida l’Anderlecht Futures.
