La Champions vale soldi e prestigio per il Salisburgo, rivelazione della fase a gironi, in grado di raggiungere per la prima volta gli ottavi del torneo più celebrato. Un teatro affascinante anche in chiave mercato per i talenti del club austriaco, che ha lanciato Erling Haaland e si nutre di plusvalenze seguendo il modello dell’Ajax, nonostante possa contare sull’appoggio finanziario della Red Bull. Il sorteggio, però, è stato perfido: l’incrocio con il Bayern Monaco somiglia a una curva a gomito, rischiosa e difficile da superare. Un appuntamento arricchito dalla sfida incrociata tra due allenatori Under 35, tedeschi e molto preparati: da una parte Julian Nagelsmann, trentaquattro anni, entrato subito nelle grazie dei tifosi del Bayern, e dall’altra Matthias Jaissle, più piccolo di nove mesi, che ha sostituito l’americano Jesse Marsch e sta pilotando il Salisburgo verso la conquista del nono titolo consecutivo.
La gioielleria
E’ una partita complicata, ma il club austriaco è abituato a inventare trappole: Nagelsmann ha chiesto attenzione durante le ultime riunioni tattiche. Età media: 22 anni e mezzo. Venticinque stranieri in una rosa di trentuno giocatori. Tanti gioielli: dal centravanti Karim Adeyemi, classe 2002, tedesco, papà nigeriano e mamma romena, tre gol nella fase a gironi di Champions e quattordici in campionato, che costa intorno ai trentacinque milioni, al danese Rasmus Kristensen, terzino destro, ventiquattro anni, seguito dalla Roma, nove reti e sette assist in questa stagione. E poi il regista Nicolas Seiwald, classe 2001, austriaco, il mediano croato Luka Susic (2002), l’attaccante Noah Okafor (2000), svizzero, origini nigeriane, dodici gol in totale, il trequartista americano Brenden Aaronson (2000). Il confronto con il Bayern rappresenterà un esame anche per Mohamed Camara, centrocampista che si muove davanti alla difesa: ventidue anni, maliano, ricorda Naby Keïta, uno dei leader del Liverpool e della Guinea.
Il derby con il Bayern
Adeyemi è l’attrazione. Per lui è un derby: è nato a Monaco di Baviera il 18 gennaio del 2002 ed è cresciuto nel vivaio del Bayern. Veloce, elegante, mancino: si confronterà con un gigante come Lewandowski. E’ alto un metro e 80, ha un contratto fino al 2024, fa già parte della nazionale di Hansi Flick: tre partite e un gol al debutto - nelle qualificazioni al Mondiale - contro l’Armenia. Ha iniziato a giocare nel TSV Forstenried e all'età di otto anni ha superato il provino con il Bayern. Ma più avanti, nel 2012, fu allontanato per motivi disciplinari e preso dall’Unterhaching. Nel 2018 ha scelto il Salisburgo, che gli ha fatto vivere un’esperienza anche nella serie B austriaca, girandolo in prestito al Liefering, club satellite della Red Bull. Ora l’esame con Lewandowski. E a giugno, forse, la maglia del Borussia Dortmund, che potrebbe affidargli l’eredità di Haaland.